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La televisione sessuale

La televisione italiana ha perso completamente il senso della misura, probabilmente riflettendo una situazione politica e sociale degradata e incerta.

La logica per la quale esiste una televisione servizio pubblico e una televisione commerciale è completamente annullata dalla rincorsa delle reti ad occupare spazi di pubblico con qualunque argomento sia capace di farlo, a costo di scadere nella volgarità più plateale.

Samantha De Grenet e Dayane Mello a “L’isola de i famosi”

L’isola dei famosi ha messo insieme un gruppo di celebrolesi seminudi o nudi talvolta, ridotti a schermaglie idiote, dediti ad una chiacchiera costantemente vuota, direbbe Lacan, incerti costantemente se piangere o litigare.

La serata finale, vera celebrazione del nulla e dell’assenza di neuroni, ha esibito per l’ultima volta corpi sinuosi ed ambizioni, i primi oggetto di malcelate voglie e proposte (del genere…questa a chi la offriamo), le seconde spiattellate senza vergogna, il tutto in un clima surreale nel quale pianti e abbracci si sono intrecciati senza motivo e senza futuro in un pastone insulso.

Barbara D’Urso

Base di tutto, l’erotismo, le nudità, i doppi sensi, come nella Littizzetto di Fazio, come a Striscia la notizia, come dalla D’Urso, come da Vespa.

Le donne scosciate all’inverosimile delle trasmissioni sportive che vanno per la maggiore, sono l’offerta televisiva che oggi paghiamo con il canone: le farfalline inguinali di donne votate a tutto, pronte a tutto sono l’esasperazione di annunciatrici incapaci dotate di corpi seducenti e di sguardi promettenti in un continuo superamento dei limiti cui sembra i dirigenti televisivi siano diventati succubi.

Ciao Darwin è l’apoteosi della ignoranza urlata e sfacciata, laddove la dignità è totalmente assente ed il desiderio di essere visti, anche in posizioni oscene, anche nella degradazione più completa, supera qualunque remora.

Paola Di Benedetto in Ciao Darwin

Madre Natura, cioè una bella donna totalmente nuda, è il riassunto dei significati, dove natura vuol dire assenza di vestiti e madre vuol dire donna.

Eppure oggi si parla molto di dignità femminile, di rispetto, di aggressioni maschili, di sfioramenti, toccamenti, erotismo latente.

L’uomo è quell’animale che nasconde a stento la sua impulsività e che ogni tanto si lascia andare ad una sottile libidine, con le dipendenti, con le passeggere di un autobus, con le ragazze al parco. Tutto vero, tutto provato, ma non sarebbe forse meglio se la società dell’intrattenimento non offrisse ogni minuto pretesti per creare ansie libidiche o se le donne potessero esprimere, oltre a seni e sederi, anche un po’ di  serenità e di intelligenza?

Perché lo sguardo maniacale di uomo che trapassa le scollature alla ricerca dei seni è peggio della scollatura che si offre alle intromissioni visive?

Non è fosse cosciente la donna di essere bella seducente e un po’ nuda? Bene, la società televisiva è ormai questo, un coacervo di energie sessuali in tensione, capaci di accendere tutte le lampadine di Viale Mazzini e di Saxa Rubra, e la cultura non è altro che un vago ricordo con il quale giustificare l’esistenza stessa dei mezzi di comunicazione.

Michele Lo Foco

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