REGIA: Luciano Ligabue
Cast: Stefano Accorsi, Kasia Smutniak, Fausto Sciarappa, Walter Leonardi, Filippo Dini, Tobia De Angelis, Alessia Giuliani, Gianluca Gobbi.
A distanza di quasi sedici anni dal suo secondo film, Luciano Ligabue ritorna sulla scena cinematografica con Made in Italy,
prodotto da Fandango e distribuito da Medusa Film dal 25 gennaio nelle sale italiane.
Made in Italy si lega, arricchisce e completa la strada già battuta dall’omonimo concept album uscito a novembre 2016;
come i due precedenti film di Ligabue, anche questo è prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci e distribuito dalla Medusa Film.
Ancora una volta ci troviamo di fronte a un’opera in cui il Liga ha lavorato personalmente al soggetto, alla sceneggiatura, alla regia, alle musiche e che vede,
come nei suoi due lavori precedenti, protagonista Stefano Accorsi, nei panni di Riko, affiancato questa volta da un’impeccabile Kasia Smutniak, la moglie Sara.
Il film indaga e trasmette alcune tematiche esistenziali da sempre care alla musica e all’immaginario dell’artista emiliano, tuttavia si avverte qui un tentativo più maturo e meditato sotto tre punti di vista:
la prospettiva si alza e indaga molteplici questioni sociali e umane, dalla crisi di coppia alla perdita del lavoro, dal suicidio al vizio del gioco, dal tradimento alla depressione;
in secondo luogo si avverte una maggiore attenzione alla struttura, testimoniata dai numerosi rimandi interni, dalle anticipazioni narrative e dal forte legame con l’album musicale;
infine è presente una profonda tensione rivolta alla parola che trova nei monologhi finali, tratto distintivo dell’artista, la sua piena realizzazione e che porta lo spettatore
a scoprire un’accecante e vincente sintesi nei versi di una poesia di Cesare Pavese.
Non si può però non sottolineare come questo tentativo vada forse stretto ai 104 minuti di durata del film: le troppe questioni aperte faticano ad amalgamarsi e a risultare così pienamente incisive.
Inoltre, a livello musicale, la presenza di una rock star così famosa e influente avrebbe potuto anche aprire la strada a qualche giovane gruppo emergente che fatica,
come il film stesso racconta e denuncia, ad arrivare a fine mese in un paese che stritola proprio chi non ce l’ha fatta ad emergere.
Al di là di ciò, Made in Italy è una storia di solitudine e incomprensione, di incomunicabilità e silenzio ma che riesce a trasmettere, come spesso ripetono i personaggi del film, che “qualcosa va fatto” per reagire a questa Vita.
Marco Citro
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