Dicono che dopo il suicidio e la droga è il 2016 ad essere la maggior causa di morte per i vip dello spettacolo. Forse invece è il normale corso delle cose, soprattutto per il grande Cimino che aveva comunque 77 anni quando ci ha lasciato lo scorso 02 luglio. Lo conferma il nipote T. Rafael Cimino che ha dichiarato che lo zio è morto sabato nella sua casa di Beverly Hills per cause naturali.
Era un pittore e scrittore che quasi per caso approda al mondo del cinema dove incomincia nel 1971 come sceneggiatore collaborando alla sceneggiatura dell’ottimo “2002 La seconda Odissea” (Silent Running), mentre dietro la macchina da presa debutterà tre anni dopo nel 1974 con “Una calibro per lo specialista” dirigendo Clint Eastwood con cui rimarrà profondamente amico ed un giovane Jeff Bridges.
Il suo capolavoro lo realizzerà però nel 1979 con “The Deer Hunter” (Il cacciatore) nel quale recita un cast irripetibile i cui compaiono mostri del calibro di Robert De Niro, Meryl Streep, John Cazale, Christopher Walken and John Savage, seguito l’anno successivo dal meno fortunato “Heaven’s Gate” (I cancelli del cielo) un film per il quale la United Artist rimpianse di aver concesso carta bianca a Cimino che lasciò levitare i costi all’eccesso tanto che ancora oggi a Hollywood l’espressione “cancelli del cielo” è divenuta sinonimo di budget fuori controllo. Ma Michael era così, esuberante e fuori controllo, secondo l’ambiente dei produttori ben più di Terence Malik ed è tutto dire. Per questo girò pochi altri film negli anni ottanta e novanta tra cui è giusto menzionare almeno “L’anno del dragone” (1985) con Mickey Rourke ed “Il Siciliano” (1987) con Christopher Lambert.
Una delle ultime apparizioni pubbliche fu al festival di Venezia del 2012 dove ricevette il premio alla carriera (vinse anche il “pardo d’onore” Swisscom nel 2015, ma siamo seri, volete mettere?) e ci piace pensare che giunto allora quasi al termine del suo percorso, proprio nella bellissima città lagunare impregnata d’arte, ha potuto riannodare i fili della sua carriera di scrittore, regista e produttore con quelli più antichi ed originari che lo legavano alle arti grafiche e che lo attraevano verso la centralità dell’uomo. “Non faccio film per sostenere un argomento, faccio film per raccontare storie di persone”. C’è niente di più bello e artistico?
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