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Quello che resta di Sorrentino

Diciamo per coloro che hanno fretta che il film “Loro” di Sorrentino non potrebbe essere più brutto di così.

Forse la curiosità spingerà il pubblico in sala, data anche l’assenza di competitor, ma certamente oltre a sederi al vento e piscine nulla resterà nella memoria del povero spettatore. L’assenza di una storia, la travalicante presenza di “Tarantino”, il numero eccessivo di escort, la piatta imitazione di Scorsese fanno di questo prodotto un derivato di “Chi”, senza nemmeno la sana volgarità tipica del giornaletto.

Tony Servillo e Paolo Sorrentino

Servillo è un Cavaliere grottesco che di più non si può, i cui pregi sfuggono coperti da una forma di lucida follia che mette in risalto solo cinismo e soldi.

Le comparse che lo accompagnano in questa prima lettura, in particolare Bondi, sono ectoplasmi malati e insulsi, le figure misteriose malate di sesso sono ipotesi di mafia o di massoneria calate a caso nel discorso mentre l’unica spina dorsale è il dimenarsi di corpi magri e sinuosi tra i quali spicca quello di Kasia Smutniak cui va, e termino qui, il mio incondizionato plauso.

Kasia Smutniak in una scena del film

Il tutto è condito da scene simboliche “pecore e rinoceronte”, con l’intento di dare al  film un carattere intellettuale e felliniano che rimane una pura illusione del regista.

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