Skip to content

SAN REMO 2023

Una volta all’anno è lecito impazzire. 

Semel in anno licet insanire, sembra un’affermazione adatta al Festival di San Remo, ma se ci mettiamo a ragionare sulla frase “servizio pubblico” il festival è una follia che contagia tutti di dirigenti della televisione statale, quasi tutti i giornalisti, e soprattutto il povero pubblico, costretto, non si può dire diversamente, a partecipare ad un delirio esibizionistico che non ha nulla a che fare con la musica.

Una sequela di orrori, inanellati da un marziano di nome Amadeus, sui quali la società spende parole, scuse, interpretazioni: Blanko è un pazzo, era drogato, era d’accordo col presentatore? La Ferragni era nuda, sembrava nuda, voleva essere nuda, se non è nuda che ci sta a fare? Elodie non canta più si espone, ed il povero Morandi, sempre più basso costretto a mettere il suo sigillo sulla manifestazione, così non manca nulla!

E poi Fedez, che insulta Bignami e la Rocella come se fosse un intellettuale accreditato e non un uomo basso e tatuato.

Il direttore Coletta, che ha trasformato la Rai nel gay pride, gongola per gli ascolti, e non si rende conto che aver strumentalizzato il povero Presidente della Repubblica, costretto a sogghignare alle insulse parole di Benigni, di cui vorremmo sapere il compenso, non è un pregio ma un delitto perpetrato ai danni di un popolo ormai lessato dalla mancanza di cultura.

Non c’entrano nulla i soldi, è un argomento vecchio e strumentale, e lo share non serve a confermare l’amministratore delegato, anch’egli costretto a subire questo delirio di cretinerie: se nella prossima puntata o nel prossimo festival dieci avvocati si calassero le mutande in diretta, il successo sarebbe assicurato, altro che quelle tettine minuscole disegnate sulle tettine minuscole della donna che ha insegnato a tutte le donne come si guadagna senza fare nulla.

Questo S. Remo prosegue nella linea già tracciata nel 2010, nel 2015, nel 2016, e lo share aumenta parallelamente alla idiozia propinata agli spettatori.

Per fornire una prova di quanto dico scrissi in merito, nel 2010/15/16 in quegli anni, ed aggiungo, per la prima volta, devo dare tutta la ragione che merita a Salvini, unico a contestare contenitore e contenuto in modo chiaro e semplice.

Avv. Michele Lo Foco

autobiography - il ragazzo e il generale

Al cinema dal 4 Aprile

Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi.
Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.

i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza. 

Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.