BLACK STARS MATTER – Hollywood e il tema razzismo

Michael B Jordan, il nuovo sex symbol del momento in America: attore ed ora anche produttore con la sua casa di produzione “Outlier Society”, sbarcherà il 30 Aprile con il suo nuovo film Without Remors-Senza Rimorso, tratto dal bestseller di Tom Clancy, su una delle piattaforme più in voga del momento.

Vogliamo ricordarlo soprattutto per il suo impegno sui diritti civili e protagonista nelle manifestazioni “Black Lives Matter” per dare una sterzata all’industria dello spettacolo, convinto che sia giunto il momento di cambiare aria alle stanze.

L’impegno, grazie anche alla sua notorietà raggiunta nello show business, sarà nel dare la giusta partecipazione alle donne, neri, disabili e comunità LGBTQ, applicando la clausola di inclusione (formulata anni fa da Stacy L. Smith) ai colossi della distribuzione: Netflix per ora ha declinato!

Dopo aver fatto la gavetta (come molti attori diventati famosi) come comparsa nelle pubblicità, ha avuto la prima parte come protagonista nel film “Prossima Fermata Fruit Vale Station” disponibile anche su http://www.e-cinema.it 

Tragico episodio, realmente accaduto, sulle questioni razziali e vincitore al Sundance film festival 2013 nella categoria film indipendente.

Due appuntamenti da non perdere.

Ma non è il solo film che ha un attore di successo che parla delle minoranze o  le mette come protagoniste, un tempo appannaggio solo dei bianchi.

Con Concrete Cowboy, protagonista un’altro attore di successo Idris Elba, all’anagrafe Idrissa Akuna Elba (Londra, 6 settembre1972), è un attore, sceneggiatore, regista, produttore cinematografico e produttore televisivo,

si è valorizzato quello che “prima” era difficile produrre e valorizzare quel mood Black Lives Matter, raccontando uno spaccato praticamente sconosciuto, quello dei black cowboy di Fletcher Street, sobborgo periferico di Philadelphia  incentrato sulla sottocultura degli urban cowboy neri, possibile (forse) solo con la democratica e orizzontale VOD.

La rivoluzione è cominciata?

Ora dobbiamo fare in modo che le piattaforme siano  conosciute e fruibili a tutti, non solo per la loro potenza di fuoco o con la loro predominanza, ma lasciare spazio, come fanno per tutti i generi e a minoranze che non avevano queste possibilità, a tutte le altre piattaforme (anche minori) che hanno una programmazione di film meno conosciuti ma non per questo meno importanti nel panorama dell’intrattenimento e della tanto vituperata denominazione “settima Arte”.

Solo in questo modo non si faranno gli errori fatti con la TV, che hanno palinsesti e programmazioni clientelari, con scelte dettate da questo o da quello, per interessi personali o di partito e non comuni alle richieste delle varie categorie di spettatori, che pagano il canone a prescindere.

Giovanni De Santis