Suicide Squad e il suicidio della creatività

Con 150.000 biglietti strappati il giorno del lancio per circa 1.200.000 euro, il film dei super criminali della DC Comics è il secondo miglior risultato di sempre per un esordio ad Agosto (senza contare i film d’animazione con cui è però molto imparentato per target e tematiche).  C’è una grande produzione, con un grande cast, una grande colonna sonora ed un grande lancio con un grande distributore come Warner Bros. C’è quasi tutto, ma purtroppo quel che manca è di capitale importanza: l’originalità della trama. Non che si pretenda chissà quale intreccio da un film dichiaratamente di cassetta, ma dal regista e sceneggiatore di “Fury” (2014), David Ayer, era lecito attendersi un guizzo in più del solito plot “macchina fine di mondo”.

suicide squad

D’altro canto non è facile dare una direzione sensata all’azione di un gruppo tra i peggio assortiti (che rivaleggia senza timore con “I Difensori” della Marvel) in cui al potere infernale di governare il fuoco di “El Diablo” si accompagna “Harley Quinn” che ha il dubbio pregio di essere incurabilmente ma unicamente psicopatica; per tacer poi di scoloriti personaggi come uomini pesce, lanciatori di boomerang ed affini. Neppure il mestiere consumato di Will Smith riesce a dare spessore a “Deadshot”, un infallibile e spietato cecchino viziato però dalla tenera passione del padre di famiglia. Sembra un gruppo rimediato con il setaccio dell’ultima cernita e non è una sorpresa perché tant’era già sulla carta dei fumetti, ma ecco che maggiormente si sente l’assenza di quello sforzo in più che avrebbe potuto essere indirizzato  proprio in una scrittura più articolata.

margot robbie

Di buono c’è l’idea di un gruppo di super criminali cooptati obtorto collo alla causa della giustizia ed un paio di interpretazioni magistrali come quella di Jared Leto in un “Joker” che non fa rimpiangere Nicholson e Ledger e di Margot Robbie assolutamente perfetta nel ruolo di “Harley Quinn”. Per il resto si respira un’aria da “Ghostbuster” (ovviamente quello storico del 1984) o dal più recente e poco conosciuto (a torto perché era divertente più di molti altri del genere) “R.I.P.D.”  del 2013 diretto da Robert Schwentcke (quello che non a caso ora sta dirigendo la saga di Insurgent)  . Con tutto quel che passa oggi al cinema non è grave ripescarlo con comodo in home video quando uscirà (tanto più che pure il 3D non è nulla di che, anzi rappresenta un altro ambito in cui si sarebbe potuto fare meglio).