5° MiWORLD YOUNG FILM FESTIVAL – MiWY

Cinema & Interculture for Schools
In sala e online dal 6 all’11 maggio 2024

Ritorna il MiWorld Young Film Festival – MiWY, il primo e unico festival di cinema per le scuole in Italia interamente dedicato alla conoscenza delle cinematografie e delle culture di Africa, Asia e America Latina e alla promozione di percorsi di Educazione alla cittadinanza globale. Giunto alla quinta edizione si svolgerà da lunedì 6 a sabato 11 maggio in sala a Milano, a Lecco e in modalità online. 

In programma 3 lungometraggi dai 3 continenti e 9 cortometraggi di registe e registi africani o afrodiscendenti che affrontano problematiche attuali e di interesse per le nuove generazioni da punti di vista inconsueti, non eurocentrici e non stereotipati. Film prevalentemente di fiction che esplorano il rapporto di bambine e bambini, ragazze e ragazzi di diversi angoli del mondo con gli adulti, le radici culturali e discriminazioni, il razzismo, i condizionamenti sociali e diritti negati. 

Destinatarie della proposta sono le classi delle scuole secondarie di 1° e 2° grado di tutta Italia che avranno modo di conoscere e approfondire film di autore, quasi tutti in anteprima nazionale, vivere un’esperienza di visione comunitaria, partecipare allo scambio post proiezione anche con registe, registi ed esperti, riflettere sul proprio ruolo di giovani  come agenti di cambiamento e contribuire, tramite votazione, all’assegnazione del Premio al miglior lungometraggio e del Premio al miglior cortometraggio della Giuria Popolare. 

La modalità online #MiWYfaidate consentirà a tutte le classi dell’intero territorio nazionale di visionare su Mymovies.it i film prescelti in orari e giornate prestabilite e di usufruire di materiali didattici e informativi per il lavoro di approfondimento. 

Sarà possibile partecipare alle proiezioni mattutine previste in sala a Milano nei giorni 6, 7, 8, 9 e 10 maggio e a Lecco il 9 maggio. 

Il biglietto di ingresso per le proiezioni in sala è di 5 Euro per ogni studentessa/studente. 

Per la partecipazione a #MiWYfaidate il costo è di 50 Euro per classe.  

MiWY nasce nel 2019 come evoluzione dello Spazio Scuola del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina di Milano grazie al Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola dei Ministeri MIC e MIM ed entrambe le iniziative sono organizzate dall’Associazione Centro Orientamento Educativo – COE. 

La Fondazione ISMU, partner storico di MiWY, conferma il collaudato percorso formativo della Giuria Docenti per l’assegnazione del Premio ISMU – Big Zebra al miglior lungometraggio. Alla Giuria partecipano 20 insegnanti di scuole di ogni ordine e grado di Milano e provincia, motivati ad implementare competenze su cinema e didattica interculturale attraverso incontri e scambi tra pari. 

La Scuola Mohole – Scuola di Cinema, Comunicazione e Storytelling di Milano consolida invece la collaborazione come media partner e quest’anno saranno le ragazze e i ragazzi del 2° anno dell’indirizzo di cinema a far parte della Giuria Studenti con il compito di assegnare il Premio COE- Little Zebra al miglior cortometraggio.   

MiWY fin dalla prima edizione è in gemellaggio con Castellinaria – festival del cinema giovane di Bellinzona.  

I premi delle Giurie Docenti e Studenti e della Giuria popolare saranno annunciati nella cerimonia di premiazione congiunta dei due festival, FESCAAAL e MiWY, che avrà luogo la sera di sabato 11 maggio all’Auditorium San Fedele di Milano.  

La Direzione

SGUARDI ALTROVE WOMEN’S INTERNATIONAL FILM FESTIVAL – Premi e Vincitori

Milano, 24 marzo 2024 – Con la cerimonia di premiazione condotta da Barbara Tarricone Hamilton alla presenza della direttrice Patrizia Rappazzo e della madrina di SAFF 2024 Francesca Vecchioni si è conclusa, sabato 23 marzo alla Cineteca Arlecchino, la 31ᵃ edizione di Sguardi Altrove Women’s International Film Festival. La rassegna dedicata al cinema e alla creatività femminile ha portato a Milano oltre 60 film da 30 paesi, ospiti internazionali, workshop, performance e momenti di formazione con una programmazione diffusa tra sale cinematografiche e spazi culturali della città: dal quartier generale alla Cineteca Arlecchino, passando per l’Accademia09, il Piccolo Teatro Studio Melato, il Cinema Beltrade e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Al centro della manifestazione il Corpo delle Donne nelle sue diverse declinazioni e implicazioni sociali, politiche, artistiche, e un omaggio speciale alla memoria di Sandra Milo con il film di chiusura Salvatrice. Sandra Milo si racconta di Giorgia Wurth. Nel corso del festival si sono tenute anche le cerimonie di consegna del Premio Le Forme del Cinema, attribuito per l’edizione 2024 alla drammaturga, regista, attrice Emma Dante, all’attrice e regista Valeria Golino e alla produttrice Viola Prestieri.

I PREMI

Il Premio Cinema Donna 2024 assegnato dalla Giuria del concorso internazionale lungometraggi a regia femminile Nuovi Sguardi è andato a Hommage di Shin Su-won con Menzione Speciale a Seven Winters in Tehran di Steffi Niederzoll, Lyd di Rami Younis & Sarah Ema Friedland e Romana Maggiora Vergano, protagonista di Come le tartarughe di Monica Dugo. Seven Winters in Tehran ha vinto anche il Premio Women Media Italia e il Premio SNCCI-Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. La Giuria SNCCI ha attribuito inoltre una Menzione Speciale a Lyd Is There Anybody Out There di Ella Glendining.

Il Premio il cinema che verrà 2024 assegnato dalla Giuria del concorso internazionale cortometraggi a regia femminile Sguardi (S)confinati è andato a The Two Lives of Sepideh di Soha Niasti con Menzione Speciale a Mon coeur en arrière di Sarah Gouret e The Last Whining Of A Horse That Had Dreamt Of Becoming A Butterfly di Mahdie Mohammadi.

Il Premio del Pubblico del concorso cinema italiano contemporaneo a regia femminile e maschile #FrameItalia è andato a 100 Preludi di Alessandra Pescetta mentre il Premio del SNGCI-Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani presieduto da Laura Delli Colli è stato assegnato a Punta Sacra di Francesca Mazzoleni con Menzione Speciale a Corpo a corpo di Maria Iovine.

Infine, i Premi delle Giurie Giovani del concorso #FrameItalia: la Giuria composta dagli studenti della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti ha decretato vincitore Punta Sacra di Francesca Mazzoleni e assegnato una Menzione Speciale a Devoti Tutti di Bernadette Wegenstein; la Giuria degli studenti dell’Università Iulm ha premiato Le ragazze non piangono di Andrea Zuliani con Menzione Speciale a Corpo a corpo di Maria Iovine e Oltre la valle di Virginia Bellizzi.

Nel corso della serata si è tenuta anche la premiazione della prima edizione del workshop Le donne sanno ridere: scrivere commedie al femminile che ha designato come progetto vincitore di un contributo in denaro del valore di 2.000€ Le vie del Signore di Miranda Angeli.

NUOVI SGUARDI – concorso internazionale lungometraggi a regia femminile

La sezione ha proposto 8 lungometraggi in concorso per il Premio Cinema Donna 2024, il Premio Women Media Italia e il Premio SNCCI – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.

  • Premio Cinema Donna 2024 assegnato dalla Giuria ufficiale composta da Mariam Ohanyan (presidente), Francesca Mazzoleni, Stefania Rimini, Andrea Chimento, Leonardo Fuina:

HOMMAGE di Shin Su-won

Con la seguente motivazione: «In modo leggero e spiritoso, questo film è il racconto degli innumerevoli problemi che una regista donna si trova ad affrontare. È la mancanza del lavoro accompagnata dal profitto scarso, è l’atteggiamento frivolo dei familiari nei confronti della sua professione, è la lotta quotidiana per il diritto di essere chiamata regista, è l’invecchiamento silenzioso e l’oblio. Ma soprattutto è il racconto della sua passione per il cinema che è quello che le dà la forza di vivere».

  • Menzione Speciale:

SEVEN WINTERS IN TEHRAN di Steffi Niederzoll

Con la seguente motivazione: «Il film affronta la cruda e struggente storia della giovane Reyhaneh Jabbari, diciannovenne iraniana che nel 2007 uccide l’uomo che ha tentato di violentarla e per questo motivo viene condannata a morte. Grazie al film, impariamo a conoscere le leggi sulla punizione e sulla possibilità di perdono di un criminale in Iran, quando l’esecuzione viene eseguita da un rappresentante della famiglia colpita e lui, e non lo Stato, ha il diritto di perdonare o no l’accusato. Comprendiamo la mancanza di diritti che le donne iraniane devono affrontare. E conosciamo da vicino, con rispetto e dolore, il volto di Reyhaneh, i suoi sogni, e la forza di sua madre che fino alla fine ha sperato e combattuto per un perdono».

LYD di Rami Younis, Sarah Ema Friedland

Con la seguente motivazione: «Per l’urgenza del racconto. Per la capacità di utilizzare immagini tanto suggestive e ben realizzate, quanto capaci di farci riflettere sulle disuguaglianze e le ingiustizie del mondo di oggi. Al centro c’è una città che diventa metafora universale di qualcosa di molto più ampio. Anche per il suo sguardo cinematografico originale e incisivo allo stesso tempo, una delle menzioni speciali va a Lyd di Rami Younis e Sarah Ema Friedland».

ROMANA MAGGIORA VERGANO per la sua performance in COME LE TARTARUGHE di Monica Dugo

Con la seguente motivazione: «Il personaggio di Sveva, interpretato dall’attrice Romana Maggiora Vergano, è il cuore pulsante di Come le tartarughe. Sveva è una figura enigmatica, avvolta in un velo di mistero e fascino, che cattura lo spettatore fin dalle prime scene. È la perfetta incarnazione della fase di ribellione adolescenziale: irritata dai membri della famiglia, estranea alla relazione con il suo fidanzato Luca e dipendente dal cellulare. Nel film Sveva diventa la nuova donna di casa, facendosi carico di tutte le mansioni domestiche interne ed esterne. Non lascia trasparire emozioni riguardo le spiacevoli e bizzarre circostanze, se non una costante e inestinguibile rabbia espressa nel suo volto fino che alla fine del film viene sostituita dalle lacrime. Vergano dona al personaggio una profonda umanità, trasmettendo la sua lotta interiore con una delicatezza e una forza straordinarie. La sua interpretazione aggiunge un livello di profondità emotiva al film, rendendo Sveva una figura indimenticabile che rimarrà impressa nella memoria dello spettatore».

  • Premio Women Media Italia assegnato dalla Giuria composta da Daniela Di Maio, Mattia Cavanna, Monica Ghisleri:

SEVEN WINTERS IN TEHRAN di Steffi Niederzoll

Con la seguente motivazione: «Un potente documentario che racconta la discesa agli inferi di Reyhanen, una coraggiosa ragazza iraniana che non si piega né di fronte alla violenza maschile né di fronte a un sistema di potere che discrimina i più deboli. Una tragedia raccontata anche attraverso gli occhi carichi di amore e speranza della madre che, insieme a tutta la famiglia, si batte per la sua salvezza appellandosi ai media e l’informazione internazionale come speranza di cambiamento. Quella speranza è stata disattesa ma il testimone è stato raccolto da Steffi Niederzoll che con forte capacità registica ed efficacia narrativa, è riuscita a rendere vivo e dolorosamente attuale il messaggio di Reyhenen. La regista raccoglie materiali di diversa provenienza in una storia dall’arco narrativo avvincente, doloroso e di grande ispirazione. Un documentario necessario per continuare a riflettere sulle violazioni dei diritti umani e sulle conquiste di libertà della nostra società, da non dare mai per scontate. Come WIFTM Italia siamo onorate di premiare Sette inverni a Teheran nell’ambito del festival Sguardi Altrove, con la volontà di essere un ulteriore anello di questa catena di donne che vuole dare il proprio contributo alla massima diffusione del messaggio e della storia di Reyhenen».

  • Premio SNCCI – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani assegnato dalla Giuria composta da Alessandra Montesanto, Andrea Caramanna, Ilaria Falcone:

SEVEN WINTERS IN TEHRAN di Steffi Niederzoll

Con la seguente motivazione: «Con l’utilizzo di materiale video filmato segretamente dalla famiglia della

19enne Reyhaneh, impiccata dopo 7 anni di carcere, le loro testimonianze e il diario scritto da Reyhaneh in carcere, Steffi Niederzoll, racconta un fatto privato, facendolo diventare universale in quanto si parla della condizione femminile, non solo in Iran, a causa del regime e della mentalità maschilista, ancora vigente nonostante l’apporto dei giovani al cambiamento verso la libertà e i diritti per tutte e per tutti. Il film invita lucidamente a non distogliere l’attenzione dalle torture nelle galere, dalla distorsione della realtà/verità da parte del regime, ricorda e tramanda la storia di una giovane donna dalla dignità ferrea, diventata simbolo di protesta contro il patriarcato religioso dell’Iran. Questo film è anche un miracolo di produzione, perché nato dalla collaborazione di tanti soggetti che sono stati necessari e imprescindibili per ricostruire tutte le varie testimonianze e sono rimasti anonimi per tutelare la propria vita».

  • Menzione Speciale:

LYD di Rami Younis, Sarah Ema Friedland

Con la seguente motivazione: «Lo scrittore e attivista palestinese Rami Younis e la regista americana Sarah Ema Friedland fondendo generi, documentario, animazione, materiale d’archivio, e anche sci-fi, combattono la disinformazione, raccontano con ammirabile grammatica adatta a tutti, traumi e massacri, il passato, il presente, e un devastante (perché impossibile) possibile futuro alternativo, dando personalità ad un’antica strada che collegava la Palestina al mondo. Originale l’inserto a cartoon che spiazza e, proprio per questo, induce alla concentrazione con le immagini, i tratti e i colori, adatto ad un pubblico anche giovane che può farsi portavoce di un’analisi che va oltre l’informazione mainstream. Importante il dialogo, anche in questo film, tra le generazioni. La regia, il montaggio della parte dal vero inseriscono lo spettatore direttamente nella situazione; la parte a disegni animati permette di capire anche la differenza tra realtà e “finzione artistica”, per poi rientrare nel Reale forse con maggior consapevolezza. Il film che si intitola Lyd non a caso, in quanto la cancellazione della Storia da parte degli oppressori di turno procede proprio attraverso la sparizione di un territorio, laicità che ha cambiato pure nome e adesso si chiama Lod».

IS THERE ANYBODY OUT THERE? di Ella Glendining

Con la seguente motivazione: «Si parla del tema della (dis)abilità con delicatezza, ma consapevolezza e senza retorica. La protagonista e le altre persone riprese si mostrano con grande coraggio, fanno emergere le criticità di un mondo occidentale in cui si deve essere sempre performanti, belli e giovanili. Parlare della disabilità oggi in questo modo è rivoluzionario dal momento che nel film si rifiutano le operazioni chirurgiche di correzione o meglio si mettono nel giusto conto delle varie sofferenze e non certezza di risultati… Così la questione importante e cruciale diventa l’accettazione dell’unicità di quel corpo “diverso”, ma non meno importante del corpo “normale”. Le testimonianze dirette da parte della famiglia sono eccezionali e rendono il film emozionante e gioioso anche di fronte alla cosiddetta “sventura” dei protagonisti. Il film poi sfata anche il linguaggio, le parole come per esempio “nano”, rivelando che la vera ricchezza dell’umanità è quella di andare oltre le apparenze standard confezionate dal sistema».

SGUARDI (S)CONFINATI – concorso internazionale cortometraggi a regia femminile

La sezione ha proposto 20 cortometraggi in concorso per il Premio il cinema che verrà 2024.

  • Premio il cinema che verrà 2024 assegnato dalla Giuria ufficiale composta da Paola Valeria Jovinelli, Faye Kazantzidou, Patrizia Falcone, Aurora Tamigio, Teo Youssoufian:

THE TWO LIVES OF SEPIDEH di Soha Niasti

Con la seguente motivazione: «Con eleganza e maturità, Soha Niasti si mostra una nuova e interessante voce all’interno del cinema iraniano. La storia di Sepideh, una donna che ha da poco avviato la sua attività quando riceve la notizia che alla tanto detestata madre è stata diagnosticato l’Alzheimer, colpisce per la narrazione efficace, emotiva ma mai sopra le righe. Con pochi tocchi, in meno di venti minuti, The two lives of Sepideh parla di malattia, punizione e perdono: al centro l’incontro tra una madre e una figlia che, dopo anni da estranee, devono fare i conti con un possibile riavvicinamento, con i rancori che riaffiorano, con i rimpianti e con una ingombrante frattura tra i rispettivi ricordi».

  • Menzione Speciale:

MON COEUR EN ARRIÈRE di Sarah Gouret

Con la seguente motivazione: «Un dramma che riesce a non essere mai lacrimevole e che, anzi, si concede momenti di umorismo ed episodi divertenti (come la volpe tassidermizzata). La vicenda – a partire dal bizzarro incontro tra la ventisettenne Anastasia e il cinquantaquattrenne Jeff – procede rapidamente e gli attori offrono interpretazioni lodevoli, nonostante il film faccia rimpiangere una durata più lunga».

THE LAST WHINING OF A HORSE THAT HAD DREAMT OF BECOMING A BUTTERFLY di Mahdie Mohammadi

Con la seguente motivazione: «L’ultimo desiderio di una donna e di suo marito che, con incrollabile dedizione, fa di tutto affinché questo momento di felicità duri il più possibile: il film di Mahdie Mohammadi narra la vicenda di Yalda che, prima di morire, desidera occuparsi di cavalli selvaggi nel loro habitat naturale per assaporare un ultimo intenso momento di potenza e di vita che solo il rapporto con questa natura sconfinata può regalarle. Un corto splendidamente realizzato, che coglie tutta la bellezza dei momenti rubati alla morte e il valore che questi ultimi conservano, come simbolo della preziosità della vita».

#FRAMEITALIA – concorso cinema italiano contemporaneo a regia femminile e maschile

La sezione ha proposto 10 film in concorso per il Premio del Pubblico, il Premio SNGCI – Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, il Premio della Giuria Giovani della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti e il Premio della Giuria Giovani dell’Università Iulm.

  • Premio del Pubblico:

100 PRELUDI di Alessandra Pescetta

  • Premio SNGCI – Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani assegnato dalla Giuria composta da Laura Delli Colli (presidente), Fulvia Caprara (vicepresidente), Miriam Mauti, Susanna Rotunno, Stefania Ulivi:

PUNTA SACRA di Francesca Mazzoleni

Con la seguente motivazione: «Un racconto che nell’ultimo triangolo di terra, alla foce del Tevere, fotografa la quotidianità, i desideri, la voglia di riscatto di una comunità speciale che celebra la vita nonostante il degrado, la certezza e la precarietà di un’esistenza sempre al limite. Il focus su Franca, fra resilienza e realismo quotidiano è il filo rosso che lega speranza e nostalgia di una famiglia interamente al femminile: donne che resistono ostinatamente perché, nonostante le difficoltà, quella terra continui ad essere casa loro e non smettono di sognare un futuro migliore».

  • Menzione Speciale:

CORPO A CORPO di Maria Iovine

Con la seguente motivazione: «Come la forza della sopravvivenza di Yoko, paralimpica italiana dopo l’handicap prodotto da una meningite batterica fulminante, abbia trovato la strada per resistere al dolore trovando nell’impegno la forza per superare i suoi stessi limiti. Nelle cicatrici la sua personale rinascita in un diario fatto di allenamenti massacranti e di resistenza, non solo fisica. Coraggio e determinazione in una straordinaria lezione di vita».

  • Premio della Giuria Giovani assegnato dagli studenti della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti (Ginevra Zaretti, Alessandro Pace, Sara Bonomi):

PUNTA SACRA di Francesca Mazzoleni

  • Menzione Speciale:

DEVOTI TUTTI di Bernadette Wegenstein

  • Premio della Giuria Giovani assegnato dagli studenti dell’Università Iulm (Giulia Impiombato, Cinzia Nava, Davide Negri, Giulia Carniti, Anna Fill):

LE RAGAZZE NON PIANGONO di Andrea Zuliani

  • Menzione Speciale:

CORPO A CORPO di Maria Iovine

OLTRE LA VALLE di Virginia Bellizzi

Le donne sanno ridere: scrivere commedie al femminile – prima edizione

Progetto realizzato in collaborazione tra ALMED, Sguardi Altrove e Women in Film, Television & Media Italia, sostenuto da Lombardia Film Commission, con il patrocinio di A.G.I.C.I.–Associazione Generale Industrie Cine-Audiovisive Indipendenti, 100 Autori, CNA Audiovisivo, Lo Scrittoio e WGI-Writers Guild Italia, con l’obiettivo di favorire, valorizzare e sostenere la scrittura e la produzione di audiovisivi di genere comico-umoristico ideati, scritti e diretti da donne.

  • Contributo di 2.000€ assegnato dalla Giuria composta da Emilia Bandel, Irene Magrelli, Erica Negri, Gesualdo Vercio:

LE VIE DEL SIGNORE di Miranda Angeli

Con la seguente motivazione: «Il progetto realizzato da Miranda Angeli si è distinto per la sua freschezza, presentando personaggi unici e tematiche universali, offrendo spunti interessanti per sviluppi futuri».

La Direzione.

Conferenza Stampa SGUARDI ALTROVE FILM FESTIVAL

Milano, 8 marzo 2024Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa per presentare l’edizione 2024 di SAFF – SGUARDI ALTROVE FILM FESTIVAL (di cui vi abbiamo accennato in questo articolo)  tenuta dalla direttrice Patrizia Rappazzo, insieme ad altre prestigiose ospiti e curatrici delle varie sezioni del festival. Un’edizione, quella di quest’anno, dedicata a Sandra Milo e incentrata sul corpo della donna, declinato in termine di voce – si sa, quella femminile in campo artistico – cinematografico, così come purtroppo in molti altri, ancora troppo poco ascoltata.  Un filo rosso che attraversa le diverse sezioni del festival, dai lungometraggi ai cortometraggi e ai workshop, fino ad arrivare alla mostra di Carla Mura alla Galleria VIK Milano, per offrire una riflessione critica sulla società di ieri e di oggi attraverso il potente occhio (femminile) del cinema.

Di seguito il comunicato ufficiale, mentre sul sito di Sguardi Altrove potete trovare tutte le informazioni relative al programma e ai biglietti.

I nastri di partenza la 31ᵃ edizione di Sguardi Altrove Women’s International Film Festival, il festival internazionale dedicato alla promozione del cinema e della creatività femminile, a Milano dal 15 al 24 marzo. Al centro della manifestazione, come da tradizione suddivisa nelle due macro aree Cinema e Oltre il Cinema. Tasselli d’Arte, il tema del Corpo del Donne nelle sue diverse declinazioni e nelle sue implicazioni culturali, politiche e artistiche. In programma oltre 60 film provenienti da 30 paesi, incontri, masterclass, momenti di formazione che avranno come quartier generale la Cineteca Milano Arlecchino per poi spaziare in altre sale cinematografiche e luoghi culturali della città.

A inaugurare il festival, venerdì 15 marzo alla Cineteca Arlecchino, sarà la madrina di SAFF 2024 Francesca Vecchioni, scrittrice, formatrice, attivista, presidente della Fondazione Diversity, impegnata nella diffusione della cultura dell’inclusione nei media, nelle aziende e nella società civile. A chiudere la rassegna, nel corso della cerimonia di premiazione di sabato 23 marzo, sarà invece un omaggio a Sandra Milo con la proiezione del documentario Salvatrice Sandra Milo si racconta di Giorgia Wurth.

L’area Cinema, con opere da tutto il mondo senza distinzioni di genere, durata, formato e con una particolare attenzione alle cinematografie meno conosciute, all’attualità internazionale, ai diritti umani e civili, è suddivisa in diverse sezioni di cui tre competitive: Nuovi Sguardi e Sguardi (S)confinati, riservate rispettivamente ai lungometraggi e ai cortometraggi internazionali a regia femminile, e #FrameItalia, finestra sul cinema italiano contemporaneo a regia sia femminile che maschile.

Tra gli eventi, un focus su Cinema e Intelligenza Artificiale con la presentazione, in collaborazione con Scuola Holden di Torino, di Cassandra di Demetra Birtone, primo cortometraggio italiano realizzato grazie alla sinergia tra intelligenze umane e artificiali; un focus sul Cinema Armeno delle Donne che vedrà ospite del festival Mariam Ohanyan, regista, produttrice, sceneggiatrice, direttrice del Kin Women’s International Film Festival di Yerevan, da lei fondato nel 2003 a sostegno delle cineaste del suo paese; una Finestra sul Medioriente con documentari da Palestina e Israele; un omaggio a Justine Triet, con due dei lungometraggi che hanno preceduto il pluripremiato Anatomia di una caduta.

Evento speciale, l’anteprima assoluta fuori concorso del documentario su Goliarda Sapienza The Art of Joy by Goliarda Sapienza: Writing for Emancipation di Coralie Martin, mercoledì 20 marzo, ore 19.00, alla Cineteca Arlecchino. Ospiti della serata, assieme a Coralie Martin, Valeria Golino e Viola Prestieri, regista e produttrice della serie Sky L’Arte della gioia, che incontreranno il pubblico e riceveranno il Premio Le Forme del Cinema.

Spazio anche alla formazione con i workshop sulla scrittura delle commedie al femminile, sui mestieri della tv, sul paradosso dell’attore, su corpo e cinema a partire dal cortometraggio Unfitting di Giovanna Mezzogiorno e sui personaggi femminili nelle serie televisive italiane.

Alla scrittura comica al femminile è dedicata la prima edizione del workshop Le donne sanno ridere: scrivere commedie al femminile. Laboratorio di scrittura di genere e pitching contest, progetto nato con l’obiettivo di favorire, valorizzare e sostenere la scrittura e la produzione di audiovisivi di genere comico-umoristico ideati, scritti e diretti da donne.

De I personaggi femminili nelle serie televisive italiane si parlerà in occasione della presentazione della docu-serie Sky Documentaries Moda. Una rivoluzione italiana. L’appuntamento, in collaborazione con il settimanale Gente, vedrà in sala la giornalista Sara Recordati con le attrici Giorgia Wurth e Giorgia Masseroni, la scrittrice Simona Busni, la regista Laura Chiossone e Barbara Frigerio, producer Sky Documentaries.

Molto ricca anche la sezione Oltre il Cinema. Tasselli d’Arte, percorso parallelo riservato all’arte contemporanea e alle diverse manifestazioni della creatività femminile. Tra le iniziative, la Mostra Private Woman di Carla Mura presso la Galleria Vik Milano; un calendario di presentazioni e incontri letterari alla Cineteca Arlecchino; il monologo teatrale Lo Stupro di Franca Rame, interpretato da Gilberta Crispino per la regia di Donatella Massimilla; un omaggio a Alda Merini nella giornata mondiale della poesia con Alda. Parole al vento, lettura di poesie dell’autrice a cura di Donatella Massimilla e Gilberta Crispino.

La locandina di SAFF 2024 è realizzata dall’artista Greta Girardi.

SGUARDI ALTROVE WOMEN INTERNATIONAL FILM FESTIVAL

In arrivo la 31ᵃ edizione di SGUARDI ALTROVE WOMEN INTERNATIONAL FILM FESTIVAL, la manifestazione dedicata al cinema e alla creatività femminile, a Milano dal 15 al 24 marzo. Madrina del festival la scrittrice, formatrice e presidente della Fondazione Diversity Francesca Vecchioni. In programma anche un ricordo di Sandra Milo, indimenticabile attrice del cinema italiano, cui la rassegna sarà dedicata.

Dal 15 al 24 marzo torna a Milano SGUARDI ALTROVE WOMEN INTERNATIONAL FILM FESTIVAL, il festival internazionale dedicato alla promozione del cinema e della creatività femminile. Lungometraggi e corti, sia documentari che di finzione, performance, masterclass, convegni e momenti di formazione, con una particolare attenzione all’attualità e alle tematiche sociali, politiche e ambientali del nostro tempo, animeranno le sale della Cineteca Milano Arlecchino, dell’Accademia09 e del Cinema Beltrade coinvolgendo anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e altri spazi culturali cittadini.

Focus della manifestazione, giunta alla 31ᵃ edizione, sarà il Corpo delle Donne declinato nelle sue più ampie accezioni: dal corpo estetico al corpo artificiale, dal corpo del cinema al corpo interculturale, fluido e in trasformazione.

Madrina del festival sarà Francesca Vecchioni, scrittrice, formatrice, presidente della Fondazione Diversity, impegnata nella diffusione della cultura dell’inclusione nei media, nelle aziende e nella società civile.

SAFF 2024 sarà dedicato alla memoria di Sandra Milo e la ricorderà con uno dei film che la vedono protagonista assoluta.

Il programma prevede due sezioni competitive, Nuovi Sguardi e Sguardi (S)confinati, riservate rispettivamente ai lungometraggi e ai cortometraggi internazionali a regia femminile, cui si aggiungono #FrameItalia, finestra sul cinema italiano a regia sia femminile che maschile, Azzurro pallido. Singolare maschile, sezione a regia maschile aperta a opere che da un diverso punto di vista riflettono sul mondo delle donne, Oltre il Cinema, sezione parallela dedicata alla formazione con ampio spazio a seminari, workshop e alle masterclass sui mestieri del cinema, e un omaggio alla filmmaker francese Justine Triet con i film che hanno preceduto il pluripremiato Anatomia di una caduta. L’attualità internazionale, in particolare il mancato rispetto dei diritti umani e l’attenzione al sociale saranno al centro di titoli su Israele e Palestina, di una retrospettiva sul cinema armeno nel centenario della nascita, con le opere della regista Mariam Ohanyan, e di un approfondimento su inclusion diversity e disabilità.

Tra i workshop, un programma di incontri sul ruolo e la rappresentazione delle donne nelle serie tv italiane e la sezione Donne in Codice, sul rapporto tra donne, tecnologia e intelligenza artificiale.

Per partecipare a tutti gli appuntamenti del festival sono disponibili diverse formule di abbonamento: 15€ in prevendita fino al 15 febbraio; 25€ dal 16 al 29 febbraio; 30€ a partire dal 1° marzo. Informazioni e modalità di acquisto a questo link.

La locandina di SAFF 2024 è realizzata dall’artista Greta Girardi.

I LUOGHI DEL FESTIVAL

Cineteca Milano Arlecchino – via San Pietro all’Orto 9

Accademia09 – via Tertulliano 68/70

Cinema Beltrade – via Nino Oxilia 10

INFORMAZIONI

Website – sguardialtrovefilmfestival

Facebook – https://www.facebook.com/sguardi.altrove

Instagram – https://www.instagram.com/sguardialtrove

E-mail – [email protected]

Tel. 02 36561524

 

La direzione

Al via le riprese del secondo film di Gianluca Vassallo

Sono iniziate questa settimana a Milano le riprese del film Il Posto (titolo provvisorio), scritto e diretto da Gianluca Vassallo (al suo secondo lungometraggio dopo La Sedia), prodotto da White Box Studio.

Vassallo liberamente interpreta e omaggia i 50 anni di DEGW, società di progettazione specializzata in luoghi di lavoro. L’opera di finzione nasce su incarico di Lombardini22, azienda di architettura e ingegneria leader nella progettazione integrata.

Dopo i giorni di set inglese dello scorso dicembre, tra Londra e Reading (vecchie sedi di DEGW), le riprese proseguono in Italia, a Milano (tra le location principali, gli uffici di Lombardini22) e a Cagliari, e termineranno la prima settimana di febbraio.

È la storia di Pietro (Michele Sarti), un regista appena affermato alle prese con la ricerca di un produttore per il suo prossimo film, che viene chiamato da DEGW per realizzare un documentario sui 50 anni d’attività. La sua resistenza iniziale lascerà il posto a un progressivo coinvolgimento nella storia della società, che si dipana per indizi e frammenti in un racconto intrecciato con le vicende personali del regista, fino a una inaspettata comprensione della sua storia familiare e della sua stessa esistenza: un legame a doppio filo con uno dei primi cimenti del gruppo di progettazione fondato da Francis Duffy, Peter Eley, Luigi Giffone e John Worthington.

 

 

Nel cast, sono coinvolti anche collaboratori e soci di DEGW nel ruolo di loro se stessi: Alessandro Adamo, partner di Lombardini22 e Direttore di DEGW, Franco Guidi, Amministratore Delegato di Lombardini22, Alessandra Di Pietro e Michele Calzavara, architetto e consulenti di DEGW.

 

La direzione

Filmmaker Festival 2023

Al via l’edizione 2023 di FILMMAKER FESTIVAL, dal 17 al 27 novembre sugli schermi di Arcobaleno Film Center, Cineteca Milano Arlecchino e nello Spazio Realtà Virtuale di Anteo Palazzo del Cinema.
Spazi consolidati e nuovi (ma con Anteo si tratta di un gradito ritorno dopo le edizioni degli anni 80) per un progetto in continua evoluzione capace di dialogare con il mercato, scommettendo su un’autrice originale come Alice Rohrwacher e la sua Chimera, senza togliere nulla alla ricerca libera e rigorosa (no, non è una contraddizione) delle forme nuove del cinema del reale nel Concorso internazionale e alla entusiasmante scoperta dei nuovi talenti nelle Prospettive.

Sempre più solida è la rete di relazioni che il festival ha intrecciato con le più attive realtà culturali italiane, anche quest’anno Filmmaker prolunga nel tempo e nello spazio il suo programma, organizzando per Claire Simon e il suo Notre corps un tour nazionale mentre a Milano propone un programma letterario cinematografico all’interno di BookCity, uno scandaglio nelle realtà virtuale con il gruppo AN-ICON dell’Università Statale e aprendo una collaborazione formativa con l’Accademia di Brera, che va ad aggiungersi a NABA e alla Civica scuola di Cinema L. Visconti.
Una serie di gesti curatoriali che contribuiscono a confermare la manifestazione milanese come punto di riferimento importante da oltre quarant’anni per chi voglia scoprire o riscoprire i grandi nomi del cinema del reale, conoscere i filmmaker del futuro, riflettere sull’attualità, indagare le nuove frontiere dell’audiovisivo.

Il programma si articola in nove sezioni: Concorso Internazionale, Concorso Prospettive, Fuori Concorso, Fuori Formato, Filmmaker Expanded, Filmmaker Moderns, Teatro Sconfinato più i progetti di Strade perdute e “La lunga vita delle parole: scrittori, romanzi e film”, una riflessione eccentrica sul rapporto tra cinema e pagina scritta, per un totale di 48 titoli di cui 21 prime mondiali e 15 prime italiane.

FILM DI APERTURA
Sarà La Chimera di Alice Rohrwacher a inaugurare il 17 novembre alla presenza della regista l’edizione 2023 del festival, all’Arcobaleno Film Center, ore 21.30.
Autrice di riferimento per chi pensa che il cinema debba guardare la realtà e inventare il mondo, conoscere la storia e perdersi nei miti, Alice Rohrwacher incrocia per la prima volta i sentieri di Filmmaker e lo fa nel modo migliore, aprendo, nel segno di un moderno umanesimo e di un ampio respiro, un’edizione sospesa tra realismo
documentario e libera sperimentazione. Accolto con entusiasmo al Concorso del Festival di Cannes e nella sezione Best Of della Festa del Cinema di Roma, il film racconta le peripezie di una banda di “tombaroli” ladri di corredi etruschi e di meraviglie archeologiche. Con loro c’è Arthur (Josh O’Connor di The Crown), lo chiamano “l’inglese”, ha il dono speciale di “sentire” le
tombe da sopra la terra, di intuire quel vuoto che racchiude le vestigia di un tempo passato. Forse perché cerca qualcos’altro: non i gioielli e i reperti antichi ma Beniamina, la ragazza di cui è innamorato, che non c’è più e che crede di poter riportare sulla terra. Ognuno insegue la propria chimera, per qualcuno è il sogno di un guadagno facile, per altri un amore ideale.
La Chimera uscirà nelle sale il 23 novembre con 01 Distribution.

CONCORSO INTERNAZIONALE
Filmmaker si è sempre posto come una mappa del tempo presente per rivolgere lo sguardo al futuro. Una vocazione a cui non rinuncia neppure quest’anno nei dieci film del Concorso Internazionale, tutti in anteprima italiana o mondiale, nei quali giovani autori e nomi di primo piano del panorama cinematografico mondiale azzardano nuove traiettorie dell’immaginario e diverse narrazioni del mondo senza distinzioni di formato, genere o durata. Fra loro tre amici di Filmmaker che tornano al festival con i loro ultimi lavori: Sylvain George, vincitore della scorsa edizione con Nuit obscure – Feuillets sauvage, in Nuit obscure – Au revoir ici, n’importe où compone un nuovo capitolo nella sua ricerca di una forma estetica e politica in cui restituire una narrazione dei migranti e del nostro tempo. Se nel precedente film i protagonisti erano adulti, in questo che lo porta di nuovo a Melilla, frontiera tra Europa e Africa, al centro vi sono i bambini che trasformano quasi in un gioco la loro lotta per la sopravvivenza. Elvis Ngabino, già nella competizione di Filmmaker 2020 con il suo sorprendente esordio Makongo, con Le Fardeau, unendo documentario e drammaturgia, ci porta di nuovo nella sua Repubblica Centrafricana. La storia di Rodrigo e Reine, condannati dalle norme sociali alla solitudine e alla paura, conferma la vitalità di un nuovo cinema africano che vuole confrontarsi senza stereotipi con la propria realtà. Deborah Stratman, Premio della Giuria a Filmmaker nel 2016 per The Illinois Parables, in Last Things immagina un’indagine del nostro pianeta dal punto di vista delle pietre, tenendo come riferimenti cardinali le voci off della geologa Marcia Bjørnerud e della cineasta Valerie Massadian che recita un racconto fantascientifico ispirato a due novelle di J.H Rosny, pseudonimo dei fratelli Boex. L’uso distorto della natura e la devastazione ambientale caratterizzano anche Valley Pride di Lukas Marxt, nel quale l’autore mette in luce gli effetti dello sfruttamento agroalimentare e della monocultura nel sud della California.
Accomunati dalla scelta del 16mm, che attraversa diverse opere nel centenario del formato, e dall’investigazione di un territorio, Being in a Place-A Portrait of Margaret Tait di Luke Fowler e El Chinero, un cerro fantasma di Bani Khoshnoudi instaurano nel concorso una sorta di dialogo a distanza: Fowler cerca di ritrovare l’arte della regista e poeta Margaret Tait nel paesaggio delle isole Orcadi, nel nord della Scozia, dove Tait abitava, guidato dalla sua stessa voce narrante. Khoshnoudi, artista iraniana della diaspora che ha vissuto a lungo in Messico, esplora invece il deserto messicano a partire dal nome di una montagna, “El Chinero” per ricostruire la fuga e la morte di migliaia di asiatici dalle persecuzioni razziali di cui non rimangono tracce ufficiali. L’archivio è il punto di partenza di Background di Khaled Abdulwahed e di Loving in Between di Jyoti Mistry. Se nel primo l’autore cerca di riempire la mancanza di immagini del padre, rimasto in Siria da dove lui è fuggito per la guerra, per ritrovare la sua presenza tanti anni prima nella Germania dove adesso vive, il secondo costruisce una sorta di “archivio ottimista” intorno all’amore. Mescolando gli immaginari di diverse epoche, Mistry ne restituisce un’idea oltre il gender, che travalica norme sociali e tabù.
L’Italia è rappresentata da due titoli, entrambi in prima mondiale: L’albume d’oro di Samira Guadagnuolo e Tiziano Doria, una “fantasia” che nel bianco e nero in 16 mm produce il cortocircuito fra arcaico e futuribile; Banzavois in cui Lorenzo Casali racconta ascesa e caduta della fabbrica di motori Isotta Fraschini a Saronno lasciando la parola agli operai e alle loro lotte. A queste si uniscono le storie delle piante esotiche cresciute in quegli spazi abbandonati, convocando umano, macchina, natura nel racconto filmico e fra i giochi linguistici di Gadda, che ispirano il titolo, recitati da Elio de Capitani.
La Giuria del Concorso Internazionale è composta da: Stefano Savona (regista), Marianna Schivardi (regista), Lucia Tozzi (studiosa indipendente di politiche urbane).

CONCORSO PROSPETTIVE
Dedicata a registe e registi italiani fino ai 35 anni, la sezione Prospettive vuole essere un laboratorio di idee per intercettare ciò che agita il cinema italiano indipendente più giovane con l’emozione di accompagnare nuovi talenti nel futuro. I film del Concorso, in prima mondiale o nazionale, a cui si aggiungono i Fuori Concorso, fra storie famigliari, confronti generazionali, ritratti privati e collettivi disegnano l’emozione di una prima volta – o di un ritorno – in cui la ricerca di uno sguardo sul mondo coincide con il gesto del filmare. È un “film di famiglia” Dove siamo? il nuovo lavoro di Emma Onesti, già nel concorso Prospettive 2022 con Tatiana. Nel diario di un anno condiviso insieme a suo padre, la sua nuova compagna e Simone, suo fratello, un bambino nello spettro autistico, l’autrice costruisce un tragitto intimo che afferma al tempo stesso una diversa rappresentazione della neuro-diversità.
L’esperienza famigliare nella relazione madre-figlia unisce /ma·tri·mò·nio/ di Gaia Siria Meloni e Buon anno di Yichun Ma. Nel primo attraverso materiali d’archivio l’autrice intreccia i vissuti della nonna e della mamma al proprio, cercando le fratture e la trasmissione di un “female gaze”, uno “sguardo femminile” nel tempo. Nel secondo l’autrice arrivata dalla Cina a Milano per studiare all’Accademia di Brera, indaga nell’esperienza della sua protagonista lo spaesamento, le fragilità, i desideri di chi vive altrove. Giulio Melani vincitore del Premio della Giuria Prospettive 2022 con Racconto, costruisce sul dialogo tra home movies in 8mm e riprese attuali il suo nuovo film, Falterona; una caccia al possibile tesoro nascosto nella vecchia casa unisce passato e presente di una famiglia nel confine incerto che separa realtà e finzione. Eschaton Ad con cui Andrea Gatopoulos torna a Filmmaker, è sismografo di grandi trasformazioni, cataclismi che incidono sulla vita del pianeta tanto quanto sulla creatività. Le immagini che si susseguono con un montaggio serrato, provengono dall’archivio della RSI (Radiotelevisione svizzera); Eschaton Ad è stato infatti realizzato nell’ambito del workshop “Find a film!”, condotto da Radu Jude al festival di Locarno.
Una crisi personale interroga le immagini di Giulia Visco Gilardi che in Tutto il mio corpo è stanco si confronta con la depressione; mentre si concentra su un momento
di passaggio personale delicatissimo Luca Pallaro in Equilibri involontari. Tre universi, tre realtà, tre ritratti. Un racconto generazionale è quello di Api dove Luca Ciriello segue le vacanze estive di un gruppo di ragazzi alla periferia di Aosta; per tutti loro le Api sono quasi un guscio con cui avanzare nel mondo. La cronaca alla prima
persona di una vita resistente attraversa A Norma di Carlotta Cosmai, Pedro Pablo HdeO, Michela Zolfo, Maryam Shater, tra il vissuto della protagonista, una donna trans che abita sul Lago di Como, e la relazione che davanti alla macchina da presa nasce tra lei e i registi. Chi è Damiano, un santo o un diavolo? Nel quotidiano del loro personaggio, un giovane senzatetto che vive intorno alla Stazione Termini di Roma, Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes accendono in San Damiano un corpo a corpo
con la macchina da presa e il ruolo di chi filma.
Francisco Pereira raccoglie nel deserto le storie dei Sarahawi, il popolo cacciato dalle sue terre dalla occupazione del Marocco. E le trova nella cerimonia del tè che unisce
passato e presente in una Jaima, la tenda tradizionale che dà il titolo al suo film. Tra i Fuori Concorso delle Prospettive Z.O. di Loris G. Nese, l’adolescenza di Biscotto, Banana e Bambolina, quest’ultimo la voce narrante – che è quella di Francesco Di Leo: tre adolescenti figli di famiglie della criminalità organizzata. Un passato rivissuto oggi tra animazione e archivi che dialoga con la biografia dell’autore, già nelle Prospettive con Quelle brutte cose (2018). Cortile è l’esordio felice di Riccardo Stabilini, un talento da tenere sotto osservazione: l’estate di un gruppo di ragazzi nella campagna cremasca che si tinge già di nostalgia. La Giuria del Concorso Prospettive è composta da: Caterina Bogno (giornalista), Beatrice Favaretto (artista), Alberto Tamburelli (regista).

FUORI CONCORSO
Claire Simon, Paul B. Preciado, Ulrich Seidl, Monica Stambrini, Franco Maresco, Leonardo Di Costanzo, Mattia Colombo e Valentina Cicogna, Michele Rho, Stefano Savona, Bruno Bigoni col Gruppo Maelstrom: la proposta Fuori Concorso concentra con estrema ricchezza in dieci titoli una varietà di autrici, di autori, di temi, di sguardi sul cinema e sul mondo.
Auto-finzione in forma di diario filmato, CHUTZPAH Qualcosa sul pudore di Monica Stambrini, film di chiusura di Filmmaker 2023, racconta il momento di passaggio di una donna, la regista stessa, dopo la fine di una relazione d’amore. Filmato in dieci anni, e in diversi formati, insieme ai figli, ai genitori, e soprattutto a se stessa “mamma e adolescente”, Stambrini si avventura in una ricerca intima “spudorata” mettendosi in scena con auto-ironia.
Il corpo femminile nella sua dimensione politica e emotiva è il centro del nuovo lavoro di Claire Simon, Notre corps, acclamato come film dell’anno in tutto il mondo. Autrice vicina a Filmmaker che le ha dedicato la prima retrospettiva italiana, Claire Simon terrà una masterclass – all’Institut Français Milano lunedì 27 novembre, ore 10.00 – condotta da Barbara Grespi.
La proiezione di Filmmaker segna l’inizio di un tour realizzato in collaborazione con l’Ambasciata di Francia che porterà Claire Simon e Notre corps nelle città di Roma – proiezione al Cinema Farnese Arthouse, Napoli, Palermo – proiezione al Cinema De Seta in collaborazione con Sicilia Queer. “Al contrario di quello che credevi, Virginia, Orlando non era solo”. Con questa
affermazione Paul B. Preciado si avventura in Orlando, ma biographie politique, esordio al cinema del filosofo e attivista del pensiero queer, trans e non binario che mette in dialogo in una dimensione collettiva la propria ricerca e il suo vissuto con l’opera di Virginia Woolf. Cristina Cattaneo, protagonista di Sconosciuti puri di Mattia Colombo e Valentina Cicogna, direttrice del Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense a Milano cerca quotidianamente di restituire una identità a quegli “Sconosciuti puri” che nella morte l’hanno perduta. È una questione etica, un diritto per cui combatte ogni giorno.
Due maestri: Franco Maresco e Ulrich Seidl. Il primo torna a Filmmaker con Lovano Supreme, in anteprima italiana: l’incontro con il jazzista americano Joe Lovano, di cui
accompagna il suo on the road in Sicilia, la terra dei suoi padri, nel segno dell’amore per Coltrane.
Seidl, col quale Filmmaker ha una lunga frequentazione – gli ha dedicato la prima personale italiana e un successivo focus – presenta in anteprima italiana il suo ultimo Sparta, dark side del precedente Rimini, e il suo film più ambizioso e controverso nel racconto dei paradossi umani.
Dodici ragazze e ragazzi, un’isola, il cinema. È qui che comincia la scommessa di Procida, in anteprima italiana, realizzato all’interno dell’Atelier di Cinema del Reale in
occasione di Procida Capitale della Cultura 2022. Guidato da tre tutor, Caterina Biasiucci, Claudia Brignone, Lea Dicursi e con la supervisione di Leonardo Di Costanzo il gruppo di giovanissimi filmmaker (Cecilia Catani, Giorgia Ciraolo, Enrica Daniele, Valentina Esposito, Dario Fusco, Angela Giordano, Simone Grieco, Rebecca Gugliara,
Ernesto Raimondi, Giorgia Ricciardiello, Nina Rossano, Lucia Senatore) prova a costruire una narrazione di quei luoghi.
In Welcome to Paradise Di Costanzo accompagna invece nella loro prima esperienza cinematografica i giovani interpreti; Welcome to Paradise è infatti stato realizzato nell’ambito di “Bottega XNL – Fare Cinema”, il corso di alta formazione cinematografica della Fondazione Fare Cinema a Bobbio, presieduta da Marco Bellocchio e diretta da Paola Pedrazzini.
La misura del coraggio, in prima mondiale, nasce dall’incontro fra Bruno Bigoni e il Gruppo Maelstrom, un collettivo di giovani filmmaker attivi a Milano. Tre ragazze vogliono raccontare la Resistenza in Val di Susa dalla parte delle donne, un’altra troupe le filma al lavoro. Un gioco di specchi alla ricerca di uno “sguardo femminile” sulla Storia e sul cinema.
Giurato nel Concorso Internazionale Stefano Savona presenterà il suo ultimo lavoro Le mura di Bergamo, un film molto importante per il territorio della Lombardia nel suo coniugare una riflessione sulla pandemia e sulla ricostruzione di una comunità nella città che ne è divenuta il simbolo. Savona terrà una masterclass alla Civica Scuola
di Cinema Luchino Visconti il 24 novembre. È possibile resistere al carcere e ai pregiudizi che circondano chi è stato detenuto? In Galera, nato come progetto di inclusione per i detenuti nel carcere di Bollate e divenuto un ristorante stellato, ne è una prova. La sua storia viene restituita nella vita quotidiana in cucina da Michele Rho, nel suo Benvenuti In Galera – presentato in
prima mondiale.

FILMMAKER MODERNS
Tornano i Moderns, i film che esprimono una ricerca in divenire. Fra questi i Ballo Files, nuovo capitolo nell’ esplorazione dell’universo di Francesco Ballo con un programma di quattro tasselli per un cinema-laboratorio fieramente indipendente, underground, povero ma ricchissimo di invenzioni, girato con camere agili e leggere per mezzo delle quali, sfruttando la fluidità e l’economicità delle loro prestazioni, reinventare continuamente la libertà del filmare.
Ad aprire il programma è Incontro con il poeta Guido Ballo su “Altre arie lombarde”, videoritratto del padre di Francesco, realizzato in U-matic durante l’aprile del 1984. Come si muove l’acqua è la storia di un incontro dal sapore rohmeriano, un innamoramento che ha le forme di un pedinamento urbano. In Vagando la grammatica del muto è fatta cortocircuitare col sonoro. Chiude S’era fermato il treno, un film volutamente muto, girato con gusto dadaista. Animals segna il ritorno al festival di Riccardo Giacconi. Un diario di parole e immagini
ambientato in un laboratorio di robotica e di intelligenza artificiale in Svizzera. Alberto Baroni traccia invece in Le Monde una nuova carta, dopo La force, degli Arcani Maggiori dei Tarocchi in cui realtà e finzione si sovrappongono come in un miraggio rivelatore.

FUORI FORMATO – COSA PUÒ UNA PELLICOLA: IL CINEMA FATTO A MANO DI
GAËLLE ROUARD
Il programma di Fuori Formato, a cura di Tommaso Isabella, si concentra quest’anno su Gaëlle Rouard, regista, alchimista, artista performativa. Un’unica proiezione poiché il lavoro della filmmaker francese, tra i fondatori di Atelier MTK e membro del centro di diffusione di musica e film sperimentali Le 102, rue d’Alembert di Grenoble, si basa sulla natura singolare, effimera e irripetibile di ogni presentazione dal vivo quale momento alchemico in cui la materia si fa luce e il film diventa un’esperienza condivisa.
A Filmmaker Rouard porterà, in prima italiana, il lungometraggio Darkness, Darkness, Burning Bright. Canto pastorale spiritato, veglia montanara piena di fantasmi, brume e luccichi, il film è uno spettacolo luminoso che sta tra la pittura e il cinema passando per le fantasmagorie ottiche dell’Ottocento.

TEATRO SCONFINATO
Protagonista della sezione è Anagoor, il gruppo teatrale di ricerca fondato da Simone Derai e Paola Dallan, con Todos Los Males, un film-opera ma anche un documentario di immaginazione attraversato dalle arie di Les Incas du Perou – seconda parte di Les Indes Galantes di Rameau, che è al tempo stesso un re-enactement e un making of dello spettacolo.

FILMMAKER EXPANDED – GRADI DI LIBERTÀ E IMMERSIVE REALITIES
Confermata anche per l’edizione 2023 la sezione dedicata alla realtà virtuale e immersiva realizzata insieme ad AN-ICON con la collaborazione di Rai Cinema e Anteo
Palazzo del Cinema. Come nel 2022, l’iniziativa prevede il concorso Gradi di Libertà dedicato alle opere italiane e un programma internazionale che quest’anno presenterà una sezione monografica sulla pluripremiata autrice sudcoreana Gina Kim: per la prima volta a Milano, verrà mostrata l’intera trilogia – Bloodless(2017), Tearless (2019)
e Comfortless (2023) – di opere in realtà virtuale dedicata alle cosiddette “US military comfort women”, le “donne di conforto” coreane destinate ai militari statunitensi che venivano reclutate in tutta la Corea del Sud per soddisfare sessualmente i membri delle forze armate.
Tra le opere italiane selezionate per Gradi di Libertà, verranno presentati in concorso Dear Diary di Margherita Bergamo Meneghini, Kursaal di Davide Rapp, Poly Mesh di Friedemann Banz & Giulia Bowinkel, Recorda Me di Emilia Gozzano, Scritto a mano di Lui Avallos, VR free di Milad Tangshir e Napul3 di Omar Rashid.
Nei Fuori concorso tra gli altri Vajont di Iolanda Di Bonaventura. Le opere italiane concorrono al Premio Gradi di Libertà per la miglior opera italiana in VR, dal valore di 2000 €, e al Premio Rai Cinema Channel, del valore di 3.000 €, consistente in un contratto di acquisto dei diritti web dell’opera per 3 anni da parte di Rai Cinema, che verrà resa visibile su raicinema.it, sui siti partner e sulla APP Rai Cinema Channel VR. Entrambi i premi verranno assegnati nella serata conclusiva del Festival da una giuria ufficiale, domenica 26 novembre dalle 21.30, all’Arcobaleno Film Center. Il Premio Gradi di libertà per la miglior opera italiana in VR è indetto dall’Associazione Filmmaker e dal gruppo di ricerca AN-ICON dell’Università degli Studi di Milano nel quadro del programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea Horizon 2020, finanziato dallo European Research Council (ERC) e ospitato dal Dipartimento di Filosofia “Piero Martinetti” dell’Università degli Studi di Milano.
Filmmaker Expanded sarà presentato dal 21 al 23 novembre presso Anteo Palazzo del Cinema. Costo biglietti per programma: 5€ | 10€ con drink | ingresso gratuito con prenotazione per accreditati e abbonati di Filmmaker Festival 2023.

STRADE PERDUTE
Strade perdute è una sezione ideata e curata da Fulvio Baglivi e Cristina Piccino che hanno chiesto a 18 filmmakers di mostrare una sequenza, un ciak, un pezzo di montaggio che come sempre accade per scelte legate al ritmo, al racconto o alla struttura non è rientrato nella versione definitiva di un film. Ogni frammento ha una sua presenza compiuta, spesso ha un titolo diverso dal film per cui era stato girato, che non è necessario aver visto per trovare un senso, al contrario chi si incammina pensando di conoscere il mondo che attraversa si ritroverà spiazzato.
Tra le “Strade perdute” si sono avventurati: Ruth Beckermann, Jackson/Marker 4 am da American Passage (2011); Julio Bressane, Escadas da O longa viagem do ônibus amarelo (The Long Voyage of the Yellow Bus, 2023); Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, Corso base di topografia, da Guerra e pace (2020); Tonino De Bernardi, Strada ritrovata da Universi paralleli / 2 (2022); Leonardo Di Costanzo, da L’intervallo (2012); Alberto Fasulo, Dove sei, da Menocchio (2018); Fabrizio Ferraro, da Wanted (2023); Michelangelo Frammartino, da Il buco (2021); Sylvain George, Une chambre
pour dormir, da Qu’ils reposent en révolte (2010); enrico ghezzi / Alessandro Gagliardo, da Gli ultimi giorni dell’umanità (2022); Carlo Hintermann, Amabili resti da The Book of Vision (2020); Giovanni Maderna, Scena mancante, da The Walk (2021); Alberto Momo, A ritroso, progetto ancora non terminato; Bruno Oliviero, da Cattività (2019); Alessandro Rossetto, finale alternativo di Effetto domino (2019); Mauro Santini, Storia di una famiglia francese, progetto ancora non terminato; Claire Simon, da Les bois dont les rêves sont faits (2015); Stefano Savona, scene tagliate da Le mura di Bergamo (2022). Strade perdute sarà proposto nella puntata che Fuori orario cose (mai) viste dedica al Festival col titolo: Strade perdute – Filmmaker 2023 il 24 novembre – Raitre, dalle
01.40 alle 06.00. Nella notte insieme al montaggio delle schegge verrà presentato Vitalina Varela di Pedro Costa, film di chiusura dell’edizione 2019.

LA LUNGA VITA DELLE PAROLE: SCRITTORI ROMANZI E FILM
Il cinema come la serialità televisiva, continuano sempre più spesso a fare della letteratura il punto di partenza per la propria creazione. Invece di parlare di un film ispirato a un romanzo abbiamo provato a chiedere a Alessandro Bertante e a Helena Janeczek di compiere il percorso inverso: scegliere i romanzi che vorrebbero vedere trasposti in un film, di immaginarli, raccontarli e spiegare al pubblico le loro ragioni. Entrambi conoscono per esperienza diretta i problemi della trasformazione che il cinema opera sulle storie e, attraverso un esercizio di concreta immaginazione,
proporranno agli spettatori film fatti di sole parole. Alessandro Bertante parlerà di Meridiano di sangue di Cormac McCarthy (Einaudi): “Sono anni che si parla di portare sul grande schermo Meridiano di sangue che io considero il capolavoro di McCarthy – dice Bertante – ma si può tradurre in immagini la straordinaria ambizione di un romanzo che riesce a essere crudele, sanguinario,
avventuroso, filosofico e immaginifico al tempo stesso, senza snaturarlo nella sua natura più profonda? A questa domanda cercheremo di rispondere”.
Helena Janeczek ha scelto Il demone a Beslan di Andrea Tarabbia (Bollati Boringhieri) e La buona condotta di Elvira Mujičić (Crocetti): “Ci troviamo di fronte due romanzi italiani che mettono al centro la questione della violenza innescata dalle guerre – dice Janeczek – Il racconto polifonico e multi-prospettico invita registi e sceneggiatori a cimentarsi con scelte narrative più complesse rispetto a una storia guidata da un singolo protagonista. Ma non è proprio questo ciò che appassiona in molte serie e, sempre più spesso, anche nei lungometraggi?” La lunga vita delle parole: scrittori, romanzi e film è a cura di Filmmaker Festival e Cineteca di Milano. Gli appuntamenti saranno alla Cineteca Milano Arlecchino con questo calendario:
Sabato 18 novembre ore 17.00
Alessandro Bertante parla di Meridiano di sangue di Cormac McCarthy (Einaudi)
Domenica 19 novembre ore 17.00
Helena Janeczek parla di Il demone a Beslan di Andrea Tarabbia (Bollati Boringhieri) e di La buona condotta di Elvira Mujičić (Crocetti) Alessandro Bertante è scrittore e saggista. È autore dei saggi Re Nudo (2005) e Contro il ’68 (2007). Fra i suoi romanzi: Al Diavul (2008), vincitore del Premio Chianti; Nina dei lupi (2011), finalista Premio Strega e vincitore del Premio Rieti; Estate crudele (2013
Rizzoli), vincitore del Premio Margherita Hack; Gli ultimi ragazzi del secolo (2016), vincitore del Premio Selezione Campiello; Mordi e fuggi. Il romanzo delle BR (2022) finalista al premio Strega.
È Course Leader Senior del Triennio di Cinema e Animazione alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Helena Janeczek, poetessa e scrittrice, è nata a Monaco di Baviera da una famiglia ebrea di origine polacca e vive in Italia dagli inizi degli anni Ottanta. Ha esordito con la raccolta di poesie in lingua tedesca Ins Freie (1989) mentre il suo primo romanzo, Lezioni di tenebra (1997) con cui ha vinto il Premio Bagutta all’opera prima, è stato scritto in italiano come i successivi. Consulente di narrativa straniera per Adelphi e Mondadori, ha collaborato con diverse testate e riviste, tra cui “Nuovi Argomenti” e “Nazione Indiana”. Fra le sue opere i romanzi Cibo (2002); Le rondini di Montecassino (2010); La ragazza con la Leica (2017, Premio Strega e Bagutta), sulla vita di Gerda Taro, la prima fotoreporter caduta in guerra. Organizza il festival letterario SI – Scrittrici Insieme.
LOCANDINA E SIGLA DI FILMMAKER 2023
La locandina è realizzata da Jacopo Miliani.
La sigla, The Picture of Ourselves, è firmata da Rä di Martino.
FILMMAKER è realizzato con il contributo di Ministero della Cultura – Direzione generale cinema, Comune di Milano e con il patrocinio di Regione Lombardia. In collaborazione con AN-ICON – Università degli Studi di Milano, Forum austriaco di cultura di Milano, Associazione Nicola Curzio, RaiCinema, Start Milano, Civica scuola di Cinema L. Visconti, Naba, Accademia di belle arti di Brera, Nuovo Armenia, ITSOS Albe Steiner, Institut Français, Bookcity, Cineteca di Milano, Fuori orario, Careof, MMT, Filmtv.
Filmmaker è socio fondatore del Milano Film Network e di AFIC, Associazione festival italiani di cinema

Abbonamento Intero 35€ | Ridotto 30€ | Sostenitore 100€
Biglietto d’ingresso 8,50€
Catalogo 5€
Filmmaker Expanded – costo biglietti per programma: 5€ | 10€ con drink | ingresso gratuito con prenotazione per accreditati e abbonati di Filmmaker Festival 2023

Notorious Cinemas Merlata Bloom Milano

Nasce con il nuovo lifestyle center Merlata Bloom Milano anche un moderno tempio dedicato alla magia del grande schermo. Dieci sale e mille posti a sedere, per un incontro di tecnologia, comfort e coscienza green che rappresenta lo stato dell’arte dell’esperienza cinematografica

Il 15 novembre Milano torna ad innamorarsi della magia del Cinema. Si aprono ufficialmente le porte del Notorious Cinemas Merlata Bloom Milano, un tempio di ultima generazione dedicato alla Settima Arte nel cuore del nuovissimo lifestyle center Merlata Bloom Milano.

Nel cuore pulsante della città che cambia, anche l’inimitabile esperienza del cinema si evolve, diventando più confortevole, più coinvolgente, più sostenibile. Il nuovissimo Notorious Cinemas Merlata Bloom Milano fonde, infatti, intramontabili emozioni e moderna tecnologia per plasmare una suggestiva idea di visione a misura di spettatore.

Un macrocosmo composto da 10 sale, più di 100 metri di schermi, 1000 poltrone reclining home feeling e una serie di servizi bespoke, pensati per esaltare la sensazione di comfort di ogni singolo spettatore.

Un migliaio di piccoli mondi su misura da riempire con i propri desideri e la magia del cinema, grazie all’intensità dell’audio Dolby 7.1, alla comodità di un servizio food&berverage con ordine diretto in sala dalla propria poltrona attraverso qr code, a basi di ricarica wireless, a schienali e poggiapiedi comandabili elettronicamente. Tanti tasselli con i quali comporre un’esperienza unica e appagante.

Merlata Bloom Milano è il Lifestyle Center sviluppato dalla società Merlata Mall S.p.A. al centro del più grande progetto di trasformazione urbanistica in Italia, nel quadrante nord ovest di Milano. Ancora commerciale e piazza di connessione tra il quartiere residenziale Uptown e il distretto dell’Innovazione MIND, offre 70.000 mq di nuove opportunità, tra brand inediti e concept store sperimentali, inclusi: 210 spazi commerciali tra cui 43 innovativi concept F&B, un superstore Esselunga, Decathlon con il nuovo polo d’uffici e un cinema multisala di ultima generazione NOTORIOUS. L’armonia con il parco urbano circostante è garantita dalla piazza pubblica, dallo Sky Garden e dalla pista ciclabile, insieme a soluzioni architettoniche, tecniche e impiantistiche attente alla sostenibilità.

A completare il progetto della multisala, un’area Disney dedicata alle famiglie e una serie di “attenzioni” rivolte all’anima green di Merlata Bloom Milano affacciato sui 30 ettari di parco urbano. Dettagli come l’utilizzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, di materiali di costruzione riciclati e riciclabili, di packaging food interamente compostabili e da un’attenzione alla differenziazione della raccolta in tutte le aree del cinema in cui è possibile.

 

 

 

 

 

 

Francesca De Santis

UN NUOVO NOTORIOUS CINEMA È ARRIVATO AL MERLATA BLOOM

È stato inaugurato oggi, mercoledì 15 novembre, a Milano, il nuovo centro commerciale Merlata Bloom con al suo interno un nuovo Notorious Cinemas, terzo multisala meneghino del gruppo (dopo Centro Sarca e Gloria).  Un moderno tempio dedicato alla magia del grande schermo.

Dieci sale e mille posti a sedere, per un incontro di tecnologia, comfort e coscienza green che rappresenta lo stato dell’arte dell’esperienza cinematografica.

Nel cuore del quartiere di Cascina Merlata in continua evoluzione arriva anche un nuovo multisala in pieno stile Notorious: confortevole, pratico e modernissimo. Punto forte del cinema è sicuramente la tecnologia all’avanguardia delle sue sale, con un totale di 100 metri di schermi, 1000 poltrone dotate di un codice qr tramite il quale è possibile ordinare cibo e bibite comodamente dal proprio posto, con basi di ricarica wireless, schienali e poggiapiedi comandabili elettronicamente.

Per Notorious Cinemas la realizzazione dell’unico nuovo multisala che aprirà in Italia nel 2023 è motivo di grande orgoglio”, ha dichiarato Guglielmo Marchetti, Presidente di Notorious Cinemas, “abbiamo fortemente voluto che la flagship del nostro circuito fosse al Lifestyle Center Merlata Bloom Milano, un luogo di straordinaria attrattiva per chi ama la socialità, l’intrattenimento, la cultura e l’innovazione. I cittadini di Milano e provincia avranno la possibilità di vivere un’esperienza realmente immersiva. Notorious Cinemas – The Experience è ormai riconosciuto come circuito modello di qualità, comfort e tecnologia, il nuovo multisala di Merlata Bloom è lo stato dell’arte dell’esperienza cinematografica”.

Un macrocosmo pensato per esaltare la sensazione di comfort di ogni singolo spettatore, senza fargli mancare la qualità dei film che verranno trasmessi  grazie all’intensità dell’audio Dolby 7.1.

Siamo veramente molto felici che Notorious Cinemas porti a Milano la quinta Multisala allestita con il proprio format Notorious Cinemas The Experience”, ha commentato Andrea Stratta, Amministratore Delegato di Notorious Cinemas, “un universo in grado di offrire il massimo del comfort e della qualità ai propri spettatori, che ci fa diventare uno dei principali circuiti indipendenti del settore cinematografico italiano, raggiungendo, dopo poco tempo dalla nascita, una importante quota di mercato nazionale”.

Merlata Bloom Milano è il Lifestyle Center sviluppato dalla società Merlata Mall S.p.A. al centro del più grande progetto di trasformazione urbanistica in Italia, nel quadrante nord ovest di Milano.
Ancora commerciale e piazza di connessione tra il quartiere residenziale Uptown e il distretto dell’Innovazione MIND, offre 70.000 mq di nuove opportunità, tra brand inediti e concept store
sperimentali, inclusi: 210 spazi commerciali tra cui 43 innovativi concept F&B, un superstore Esselunga, Decathlon con il nuovo polo d’uffici e un cinema multisala di ultima generazione
NOTORIOUS. A completare il progetto della multisala, un’area Disney dedicata alle famiglie e una serie di “attenzioni” rivolte all’anima green di Merlata Bloom Milano affacciato sui 30 ettari di parco urbano. Dettagli come l’utilizzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, di materiali di costruzione riciclati e riciclabili, di packaging food interamente compostabili e da un’attenzione alla differenziazione della raccolta in tutte le aree del cinema in cui è possibile.

Radio Italia è Radio Ufficiale del Circuito Notorious Cinemas Notorious Cinemas Merlata Bloom Milano
Si trova in Via Daimler – Milano

 

JOYLAND di Saim Sadiq

Luogo: Pakistan
Genere: Drammatico
Attori: Ali Junejo, Alina Khan, Rasti Farooq, Sarwat Gilani

Dramma familiare in Pakistan. Mentre i Rana, una famiglia patriarcale molto tradizionale di Lahore, attendono con trepidazione la nascita di un figlio maschio per continuare la linea familiare, il loro figlio più giovane, Haider, comincia a danzare segretamente in un night club e si innamora di Biba, un’artista trans. La loro storia d’amore impossibile accende il desiderio di ribellione sessuale e libertà dell’intera famiglia.


Un disegno dei pregiudizi omofobi e non solo della società pakistana, concentrato nei componenti di una famiglia, il che porta a una pellicola di denuncia molto drammatica. La scala del pregiudizio vede in cima quello verso il mondo femminile che vuole emanciparsi. Un film con molti aspetti originali di un regista alla sua opera prima.
Molto intensa la fotografia.
Premio della giuria Un Certain Regard, Cannes 2022.

DISTRIBUZIONE
Buongiorno 7
Leo Teste
PRODUZIONE
All caps, Khoosat Films

Serena Pasinetti

HARKA di Lofty Nathan

Dove: Fescaaal
Genere: Drammatico
Produzione: Francia, Lussemburgo, Tunisia, Belgio
Regia: Lotfy Nathan
Attori: Adam Bessa, Najib Allagui, Salima Maatoug, Ikbal Harbi, Khaled Brahem 

Ali è un giovane tunisino che vive lontano dalla famiglia da parecchi anni, vendendo benzina di contrabbando. Quando il padre muore improvvisamente, Ali è costretto a tornare a casa e a occuparsi delle sorelle, che sono state sfrattate.
Una Tunisia immobile e corrotta si riflette in Ali, che si muove in un crescendo di disperazione. La voce fuori campo di una delle sorelle ci racconta del fratello, attenuando almeno  in parte i momenti più crudi.


Un’altra pellicola che narra la delusione seguita alle speranze di cambiamento sorte con la Primavera araba, ma anche quella di chi caparbiamente sceglie di non andarsene dal Paese di origine.

Il film è stato presentato a Cannes nel 2022 nella sezione Un Certain Regard, dove Adam Bessa è stato premiato per la miglior interpretazione.

Serena Pasinetti