Più de la vita

Esce ad ottobre Più de la Vita, il film di Raffaella Rivi dedicato a Michele Sambin: pioniere della videoarte, ideatore di performances, spettacoli teatrali, opere pittoriche e partiture sonore.

Prodotto da Kublai Film, Più de la Vita, dopo il debutto all’Asolo Art Film Festival (21 giugno) e l’ospitata al Lago Film Festival (25 luglio), approda nelle sale in un vero e proprio tour lungo il Belpaese.

Fra le prime sale autunnali ricordiamo: il 7 Ottobre al Cinema Rossini di Venezia e il 15 ottobre al Cinema Dante di Mestre.

Documentario e film si incontrano nella narrazione della vita e del pensiero di un grande artista contemporaneo, Michele Sambin: viaggiatore e precursore dei linguaggi della contemporaneità dalle mille sfaccettature, Sambin ha esplorato le arti visive nelle sue varie forme, si è immerso nella musica, ha attraversato il teatro, ha sostanzialmente disegnato il volto della videoarte nei suoi esordi per più aspetti pionieristici. La regista Raffaella Rivi ha scelto il linguaggio del cinema per raccontare l’uomo e l’artista in un lavoro che è a sua volta un’opera d’arte sull’opera d’arte. Disegnato con tratto che molto deve ad una sensibilità creativa tipicamente femminile. Una costante evoluzione attraverso la tecnologia, in quattro decenni di percorso artistico, dal video analogico alla pittura digitale, dal mondo degli strumenti tradizionali alla rivoluzione della musica elettronica.

Mescolando passato e presente, tra opere ormai classiche e nuove performance, il film si propone di portare allo spettatore uno sguardo diretto sul lavoro dell’artista, puntando il focus sulla mutevole arte che attraversa tempo e spazio, adattandosi a essi, ma anche adattandoli alle proprie esigenze. La poesia del loop: ponte fra sperimentazione visiva e sonora Fra le conquiste e gli strumenti espressivi al centro di questo viaggio, il loop: un concetto tecnico-poetico molto caro all’autore, capace di mescolare passato e presente e al centro delle opere video realizzate nel suo percorso pionieristico negli anni ’70 così come alla base di molti lavori successivi.

Alla base del loop c’è un diverso rapporto con il tempo: alla linearità consequenziale della narrazione classica, si sostituisce un procedere compositivo per cerchi e spirali, per salti temporali con strutture che tornano in periodi diversi, arricchite di nuovi contenuti esperienziali. Un procedere per anelli di senso che tornano via via sempre più larghi e si propagano come un’onda energetica. Artista ma anche filosofo e pensatore. Michele Sambin è stato un teorico del valore sociale dell’arte. Non solo: il titolo, Più de la vita è tratto da Ruzante, drammaturgo italiano del ‘500 molto amato da Sambin, che nella sua ultima lettera/testamento riflette sull’importanza di una vita che deve essere vissuta con consapevolezza e intensità: una vita larga, più che lunga. Nel 1980 con Pierangela Allegro e Laurent Dupont fonda il TAM teatromusica – finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – di cui cura regie, scene e musiche. Sambin da anni lavora, inoltre, con i detenuti del carcere di Padova.

Nell’ultimo decennio ha costantemente sviluppato e messo in pratica questo approccio con opere video-artistiche quali “Dire, Fare Baciare, Lettere, Testamento” (2013), scenografie e videoinstallazioni teatrali (TAM, Teatro Stabile del Veneto, JoleFilm), compagnie di danza (Sosta Palmizi) e musei (Museo Diocesano di Padova). Parallelamente ha portato avanti una progettualità cinematografica in campo sociale con i cortometraggi “Sotto l’anguria” (2005), “Voci di dentro, Voci di Fuori” (2007), “Domani, Forse” (2016), sempre volti a cogliere l’intima personalità dei protagonisti o la fragilità delle relazioni sociali attraverso la poetica della sospensione e dell’attesa.

Recentemente si è avvicinata ai territori dell’economia con narrazioni video per enti pubblici (Provincia di Padova, Regione Veneto, Regione Valle d’Aosta) e aziende private (Coop, Fortuny, Lotto, Tecnica), introducendo nella comunicazione aziendale i più evocativi linguaggi dell’arte cinematografica.

Titolare per diversi anni il corso di “Teorie e tecnica della comunicazione” presso l’Accademia di Belle Arti di Rimini, è attualmente impegnata in un progetto di ricerca sull’evoluzione del marketing attraverso la narrazione video presso il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari dove tiene anche corsi di video storytelling aziendale.

Comunicato stampa Licia Gargiulo

Più de la vita

Esce ad ottobre Più de la Vita, il film di Raffaella Rivi dedicato a Michele Sambin: pioniere della videoarte, ideatore di performances, spettacoli teatrali, opere pittoriche e partiture sonore.

Prodotto da Kublai Film, Più de la Vita, dopo il debutto all’Asolo Art Film Festival (21 giugno) e l’ospitata al Lago Film Festival (25 luglio), approda nelle sale in un vero e proprio tour lungo il Belpaese.

Fra le prime sale autunnali ricordiamo: il 7 Ottobre al Cinema Rossini di Venezia e il 15 ottobre al Cinema Dante di Mestre.

Documentario e film si incontrano nella narrazione della vita e del pensiero di un grande artista contemporaneo, Michele Sambin: viaggiatore e precursore dei linguaggi della contemporaneità dalle mille sfaccettature, Sambin ha esplorato le arti visive nelle sue varie forme, si è immerso nella musica, ha attraversato il teatro, ha sostanzialmente disegnato il volto della videoarte nei suoi esordi per più aspetti pionieristici. La regista Raffaella Rivi ha scelto il linguaggio del cinema per raccontare l’uomo e l’artista in un lavoro che è a sua volta un’opera d’arte sull’opera d’arte. Disegnato con tratto che molto deve ad una sensibilità creativa tipicamente femminile. Una costante evoluzione attraverso la tecnologia, in quattro decenni di percorso artistico, dal video analogico alla pittura digitale, dal mondo degli strumenti tradizionali alla rivoluzione della musica elettronica.

Mescolando passato e presente, tra opere ormai classiche e nuove performance, il film si propone di portare allo spettatore uno sguardo diretto sul lavoro dell’artista, puntando il focus sulla mutevole arte che attraversa tempo e spazio, adattandosi a essi, ma anche adattandoli alle proprie esigenze. La poesia del loop: ponte fra sperimentazione visiva e sonora Fra le conquiste e gli strumenti espressivi al centro di questo viaggio, il loop: un concetto tecnico-poetico molto caro all’autore, capace di mescolare passato e presente e al centro delle opere video realizzate nel suo percorso pionieristico negli anni ’70 così come alla base di molti lavori successivi.

Alla base del loop c’è un diverso rapporto con il tempo: alla linearità consequenziale della narrazione classica, si sostituisce un procedere compositivo per cerchi e spirali, per salti temporali con strutture che tornano in periodi diversi, arricchite di nuovi contenuti esperienziali. Un procedere per anelli di senso che tornano via via sempre più larghi e si propagano come un’onda energetica. Artista ma anche filosofo e pensatore. Michele Sambin è stato un teorico del valore sociale dell’arte. Non solo: il titolo, Più de la vita è tratto da Ruzante, drammaturgo italiano del ‘500 molto amato da Sambin, che nella sua ultima lettera/testamento riflette sull’importanza di una vita che deve essere vissuta con consapevolezza e intensità: una vita larga, più che lunga. Nel 1980 con Pierangela Allegro e Laurent Dupont fonda il TAM teatromusica – finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – di cui cura regie, scene e musiche. Sambin da anni lavora, inoltre, con i detenuti del carcere di Padova.

Nell’ultimo decennio ha costantemente sviluppato e messo in pratica questo approccio con opere video-artistiche quali “Dire, Fare Baciare, Lettere, Testamento” (2013), scenografie e videoinstallazioni teatrali (TAM, Teatro Stabile del Veneto, JoleFilm), compagnie di danza (Sosta Palmizi) e musei (Museo Diocesano di Padova). Parallelamente ha portato avanti una progettualità cinematografica in campo sociale con i cortometraggi “Sotto l’anguria” (2005), “Voci di dentro, Voci di Fuori” (2007), “Domani, Forse” (2016), sempre volti a cogliere l’intima personalità dei protagonisti o la fragilità delle relazioni sociali attraverso la poetica della sospensione e dell’attesa.

Recentemente si è avvicinata ai territori dell’economia con narrazioni video per enti pubblici (Provincia di Padova, Regione Veneto, Regione Valle d’Aosta) e aziende private (Coop, Fortuny, Lotto, Tecnica), introducendo nella comunicazione aziendale i più evocativi linguaggi dell’arte cinematografica.

Titolare per diversi anni il corso di “Teorie e tecnica della comunicazione” presso l’Accademia di Belle Arti di Rimini, è attualmente impegnata in un progetto di ricerca sull’evoluzione del marketing attraverso la narrazione video presso il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari dove tiene anche corsi di video storytelling aziendale.

Comunicato stampa Licia Gargiulo