REGENI-ZAKI ATTO SECONDO, ECCO LA NUOVA OPERA DI LAIKA

– LAIKA: “CI VEDIAMO GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO AL PANTHEON ALLE 18.30 PER LA FIACCOLATA”-

Roma, 19 febbraio. La scorsa notte la Street Artist LAIKA è tornata sul muro che circonda Villa Ada, a pochi passi dall’Ambasciata d’Egitto per un “atto secondo” della sua opera sull’abbraccio fra Regeni e Zaki che era stata rimossa da “mano ignota”.

Dopo la rimozione, in tanti mi hanno chiesto di riattaccare l’opera – ha dichiarato l’artista – ma il bello della strada è proprio questo: le opere diventano organismi viventi in continua evoluzione e, come tali, possono cambiare“.

E così è stato. Il manifesto è cresciuto e maturato, svelando una meravigliosa verità.

L’artista ha voluto rappresentare il momento esatto dello strappo del poster ad opera del misterioso “qualcuno”, per farglielo rivivere. Ma dietro a quell’immagine non c’è un vuoto, ma un mare di persone che fa sentire la propria voce per la liberazione di Patrick. “Ci siamo tutti noi”, precisa Laika.

Nella nuova opera, infatti, si vede un’ombra la cui mano strappa l’abbraccio di Regeni e Zaki e ci trova sotto l’immagine di un gruppo di persone, capeggiato dalla poster-artist con maschera e caschetto rosso d’ordinanza, con in mano tanti cartelli gialli con su scritto “FREE PATRICK“.

NOTE DELL’ARTISTA:

Ho voluto far capire che nessuno può ridurci al silenzio, che si può strappare un disegno ma che dietro ad esso ci sarà sempre qualcuno pronto a gridare a gran voce. Tutto sommato l’anonimo che ha rimosso il poster ha fatto un favore e tutti: ha dimostrato che insieme possiamo cambiare le cose”.

Licia Gargiulo

ZAKI “ANDRÀ TUTTO BENE”

-L’ultima opera della STREET ARTIST LAIKA per la libertà di PATRICK GEORGE ZAKI –

Roma, 11 febbraio. A Roma in via Salaria, sul muro che circonda Villa Ada, a pochi passi dell’Ambasciata d’Egitto, è apparsa l’ultima opera della Street Artist Laika che ritrae Giulio Regeni che abbraccia lo studente arrestato in Egitto Zaki, con indosso una divisa da carcerato. Davanti alle due figure campeggia la parola “Libertà” scritta in lingua araba.

Nell’opera, Regeni rassicura Zaki, dicendogli: “Stavolta andrà tutto bene”.

Il giovane dottorando dell’università di Cambridge, ucciso all’inizio del 2016, si rivolge con queste parole a Patrick George Zaki, ricercatore dell’Alma Mater di Bologna, noto per il suo impegno nel campo dei diritti umani e LGBT, arrestato venerdì scorso mentre si trovava in Egitto e, stando a quanto riferito dal suo avvocato, sottoposto a torture da parte della polizia egiziana.

NOTE DELL’ARTISTA

Questa frase ha un doppio significato, serve a rassicurare Patrick, ma soprattutto a mettere davanti alle proprie responsabilità il governo egiziano e la comunità internazionale. Non si può permettere che quanto accaduto a Giulio Regeni e a troppi altri, avvenga di nuovo. Stavolta DEVE andare tutto bene.

Mi auguro che questa vicenda vada a finire bene e che Zaki venga liberato il prima possibile. Spero anche che, pur non essendo un cittadino italiano, il nostro paese possa vigilare su quanto sta accadendo.

Vorrei che questo mio piccolo gesto fosse da stimolo ai media per accendere ancora di più i riflettori sulla vicenda di Zaki”.

Licia Gargiulo