Conversazione su Tiresia – di e con Andrea Camilleri

Alcuni luoghi sono come navi spaziali”, dice Andrea Camilleri, “che più che viaggiare nello spazio, si muovono nel tempo“. Uno di questi luoghi per lui è il teatro greco di Siracusa, nel quale a giugno di quest’anno ha realizzato una sfida con se stesso: un monologo di un’ora e mezza, le cui riprese stanno viaggiando verso le sale cinematografiche, dove rimarranno dal 5 al 7 novembre.

Chiamatemi Tiresia”. È con queste parole che Camilleri spezza il silenzio e inizia a raccontare. Per secoli il mito e i suoi portavoce hanno modellato l’immagine di Tiresia come fosse fatta di pongo e solo ora, finalmente, persona e personaggio si ricongiungono nella figura stessa di chi li racconta: Andrea Camilleri.

Tiresia, personaggio prismatico e dal grande carisma, fu uomo, donna e ancora una volta uomo, ma prima di poter predire il futuro, come ogni indovino che si rispetti, dovette perdere la vista. “Da quando non ci vedo più, vedo le cose assai più chiaramente”, confessa Camilleri parlando di sé e, narrando le vicende dell’indovino greco, riesce a raccontarsi e a fare luce sulla sua visione del mondo attraverso l’ironia, la satira e una naturalezza tale da farci credere di essere comodamente seduti nel salotto di casa sua. Spiega infatti che quello della conversazione amichevole gli è sembrato il tono giusto con cui raccontare una storia che è nel mito, ma è anche un po’ la sua.

Passando attraverso le testimonianze di grandi autori, vicini e lontani, come Omero, Sofocle, Seneca, Dante, S.T. Eliot, Apollinaire, Virginia Woolf, Borges, Pound, Pavese e Primo Levi, nella sua Conversazione Camilleri offre occasioni per riflettere e, in un momento storico che il regista stesso ha definito di grande “appiattimento”, ragiona sul tempo e su ciò che lo compone: memoria, prospettiva ed eternità, spezzando la linea dritta e creando una curva divergente.

Tra l’eloquente silenzio di 4 mila persone e l’immobilità delle pietre che abbracciano fedelmente l’antico teatro di Siracusa con la promessa di non lasciarlo mai, Camilleri sembra aver trovato l’eternità che cercava in qualcosa di semplice, quello che lui ha definito “un momento di commozione interiore profonda”.

Se è l’emozione a tenere insieme passato, presente e futuro come delle pietre sorelle e a realizzare ­l’eterno, sicuramente Andrea Camilleri è riuscito a regalarcene un frammento, porgendo in aiuto la sua mano da scrittore, attore, interprete e coraggioso portavoce di memorie senza tempo.

Flaminia Potenza

CONVERSAZIONE SU TIRESIA

Il padre del Commissario Montalbano, protagonista per la prima volta sul grande schermo di un viaggio tra mito e letteratura sulle orme dell’indovino Tiresia alla ricerca dell’eternità.

«Chiamatemi Tiresia!».

Si apre così “Conversazione su Tiresia”, lo spettacolo scritto e interpretato da Andrea Camilleri e prodotto da Carlo degli Esposti per Palomar, andato in scena al Teatro Greco di Siracusa lo scorso 11 giugno 2018 di fronte a 4mila spettatori nell’ambito delle rappresentazioni classiche realizzate dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Un racconto mitico, pensato, scritto e narrato da Andrea Camilleri che “cunta” la storia dell’indovino cieco, le cui vicende attraverso i secoli si intrecciano a quelle dello stesso scrittore. Ora quella serata indimenticabile, a cura di Valentina Alferj, con la regia di Roberto Andò le musiche dal vivo di Roberto Fabbriciani, arriva per la prima volta al cinema solo per tre giorni,il 5, 6, 7 novembre con Conversazione su Tiresia. Di e con Andrea Camilleri, l’evento speciale, con riprese in alta definizione dirette da Stefano Vicario, dell’eccezionale performance dello scrittore al teatro greco.

La figura di Tiresia, mitico indovino cieco, presente in tutta la storia della letteratura, ha per molti anni incuriosito e affascinato Andrea Camilleri. Nella sua Conversazione Camilleri – o lo stesso Tiresia? – dialoga con Omero, Sofocle, Seneca, Dante, T.S. Eliot, Apollinaire, Virginia Woolf, Borges, Pound, Pavese, Primo Levi, così come con Woody Allen, che fa apparire Tiresia ne La dea dell’amore, con il Pasolini dell’Edipo Re e con i Genesis de The Cinema Show, il brano sulle cui note si apre lo spettacolo. La ricerca dello scrittore si snoda attraverso le epoche per raccontare un personaggio che è stato compiutamente sia donna, sia uomo e che, come lo stesso scrittore, ha perso la vista.

Da quando io non vedo più, vedo meglio.

Sono le parole di Camilleri ed è la stessa voce dello scrittore a far risuonare la storia di Tiresia attraverso il racconto di quanti l’hanno narrato. Il testo della Conversazione su Tiresia sarà in libreria il prossimo marzo a cura della casa editrice Sellerio.

Una sfida per il novantreenne Andrea Camilleri, padre del Commissario Montalbano e autore che vanta oltre 30 milioni di libri venduti, e che ha voluto proporre al suo pubblico in chiave ironica e poetica ma anche caustica, maliziosa e dissacrante, un personaggio per ordire una trama che si è rivelata catartica proprio come le antiche tragedie greche.

Ufficio Stampa Nexo Digital