Regia: Oz Perkins
Attori: Theo James, Elijah Wood, Oz Perkins, Tatiana Maslany
Genere: Horror, Commedia
Paese: Usa, Gran Bretagna, Canada
Durata: 98′
Al cinema dal 20 marzo 2025
Quando due fratelli gemelli trovano una misteriosa scimmietta a molla, una serie di morti inspiegabili distrugge la loro famiglia. Venticinque anni dopo, il maledetto giocattolo riappare, dando inizio a una nuova scia di sangue e costringendo i due fratelli, ormai separati, a fare i conti con il loro oscuro passato.
Diretto da Oz Perkins, regista del disturbante Longlegs e figlio del celebre Anthony Perkins, la pellicola si distingue come un’opera grottesca e inquietante, capace di mescolare horror e splatter. Tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, il film segue una trama cupa , dove la morte assume un ruolo centrale e ineluttabile. Il film affronta la certezza che la morte è inevitabile: non fa distinzioni, non avvisa e non chiede permesso. Da questa riflessione emerge un aspetto grottesco che si intreccia con le scene splatter, quasi a voler sottolineare l’importanza di vivere ogni istante con intensità. La brutalità visiva diventa così una metafora dell’ineluttabilità del destino, un richiamo a godere di ciò che si ha finché è possibile. Parallelamente, il film introduce anche una riflessione sui legami umani e sulle fratture che il tempo e i rancori possono creare. Talvolta, nonostante l’affetto esistente, i rapporti si logorano e ci si perde lungo il cammino. Tuttavia, di fronte all’inesorabile destino finale, il perdono emerge come una forza capace di spegnere l’odio e il risentimento, offrendo un’ultima occasione di riconciliazione. Questo aspetto dona al film un ulteriore livello di profondità, in cui la paura e la violenza si intrecciano con la fragilità delle relazioni umane.
Pur distinguendosi per alcune sequenze visivamente potenti, il film si perde talvolta nella banalità delle convenzioni horror. Le scelte narrative appaiono prevedibili in alcuni momenti, lasciando spazio a dinamiche già viste che rischiano di appesantire il racconto. Nonostante ciò, l’equilibrio tra tensione emotiva e crudezza visiva riesce comunque a coinvolgere , rendendo l’opera di Perkins una riflessione macabra e intensa sulla vita, la morte e ciò che lasciamo in sospeso.
Miriam Dimase