Era l’aprile del 2002 quando in America un film indipendente con una protagonista sconosciuta fu distribuito in sordina in poche sale e finì per essere programmato per quasi un anno e divenne il film indipendente con il maggior numero d’incassi di ogni tempo.
Sono quindi passati ben quattordici anni da “Il Mio Grasso Grosso Matrimonio Greco” e, cosa incredibile, l’intero cast originale torna sugli schermi con un sequel che sfida “Batman contro Superman“.
Il progetto nasce all’origine come spettacolo teatrale, scritto e interpretato dall’ormai e per questo giustamente famosa Nia Vardalos. La commedia andava in scena a Los Angeles dal 1997 e fu dopo aver assistito ad una di queste rappresentazioni che la moglie di Tom Hanks, Rita Wilson anche lei con origini per metà greche, convinse il marito a produrre l’adattamento cinematografico.
Nia Vardalos, che aveva rifiutato analoghe proposte da major che avrebbero voluto imporre un’ambientazione italiana o ispanica ed una protagonista di grido, accettò incredula la proposta della Playtone, la casa di produzione di Tom Hanks, che acquistò quindi i diritti di adattamento dell’opera teatrale e si presentò alla HBO. La regia fu affidata a Joel Zwick, solido regista televisivo ai tempi noto per le serie “8 sotto un tetto” e “Una bionda per papà” (e quindi presumibilmente pratico nel dirigere set singolarmente “affollati”), mentre la distribuzione cinema andò alla IFC films, piccola ma vitale società che ha il merito di aver portato nelle sale statunitensi molti gioielli della cinematografia come “Frances Ha” di Noah Baumbach e “Valhalla Rising“.
Quest’ultima non disponeva di quegli investimenti pubblicitari ciclopici propri della major e quindi basò la strategia di marketing sul passa parola e, cosa non frequente, funzionò benissimo. Anche se non raggiunse mai la posizione di testa delle classifiche, alla fine incassò 241 milioni di dollari, il che lo rende il film indipendente che ha incassato di più negli USA e cosa forse ancor più incredibile Nia Vardalos ebbe la nomination per l’Oscar (come miglior sceneggiatura originale e non come attrice protagonista, che quell’anno andò alla Kidman per “The Hours“), che non vinse battuta però da un ottimo Almòdovar per la sceneggiatura del suo “Parla Con Lei”.
In Italia fu distribuito dalla Nexo con gran successo ai botteghini ed ancora oggi vive in home video come uno tra i DVD che ancora ben presenziano sugli scaffali catalogici.
Difficile che si verifichi ancora un successo così eclatante, ma chi può dirlo? Saranno senz’altro molti coloro che andranno a vedere o rivedere Toula (Nia Vardalos) e tutta la famiglia Portokalos nei cinema.
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