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UN PAESE PARADOSSALE

L’Italia, silenziosamente e grazie al pessimo lavoro dei partiti politici, si sta avviando verso una forma di stato sociale più simile a quella dello Sri Lanka che a quella di una nazione europea.

I sindacati, resi inoffensivi da Renzi e divenuti una specie di partito personale, hanno smesso di vigilare sulle condizioni di gran parte dei lavoratori, mentre gli Amministratori, incapaci di gestire, ma ben collegati con i leader dei partiti, hanno compreso che non fare nulla è meglio che azzardare mosse senza esserne consapevoli.

Siamo così giunti al baratro sociale, che tra breve porterà al collasso delle strutture e ad una forma di rivoluzione, peraltro assolutamente giustificata.

Il più schifoso dei lavori, il netturbino, diciamolo senza reticenze, è pagato più o meno milleduecento euro al mese, e comporta la perdita della dignità, minata da cattivi odori, condizioni atmosferiche, mezzi meccanici vetusti, disprezzamento sociale.

Un netturbino dovrebbe guadagnare il doppio, perché non solo è necessario alla qualità dell’ambiente, ma deve capire di esserlo, recuperando il proprio ruolo agli occhi degli altri.

Fabio Fazio guadagna duecentocinquanta volte al mese il corrispettivo dello spazzino per fare un lavoro divertente, di classe, riconosciuto socialmente, ma che non serve a nulla, non migliora l’ambiente, non crea lavoro.

In Italia lo stipendio di un top manager, che faccia bene o male, è di circa 700 volte lo stipendio più basso, e i Benetton, con 43 morti sulla coscienza, per aver gestito così bene le Autostrade, sono stati riempiti di milioni e non hanno ancora finito di incassare.

È un orrore vedere che un impiegato di banca guadagna circa 1.500 euro al mese, e non può sbagliare, mentre la Littizzetto incassa ventimila euro a puntata per parlare di organi maschili ed altre amenità sdraiata sulla scrivania.

È un orrore vedere che un primario ospedaliero, che salva vite o le migliora quotidianamente, guadagni tremila auri al mese e non può né sbagliare né assentarsi, mentre un dirigente della Banca d’Italia, o un dirigente Rai non prendono meno di duecento mila euro l’anno anche se non ci sono mai.

Calciatori, allenatori, manager affermati guadagnano in un anno quello che ad un postino, ad un giornalaio, ad un muratore basterebbe per due vite.

Alcune presentatrici, nemmeno straordinarie, incassano da decenni un milione di euro l’anno, e si permettono attici, vacanze, fidanzati, personal trainer ed assistenti di vario genere.

Tutto questo, sembra puro e semplice qualunquismo e lo è, ma la realtà è un’altra: se non ripristiniamo una forma di equilibrio sociale, gli spazzini continueranno ad ammalarsi, gli impiegati penseranno solo alle proprie necessità, gli addetti alle ambulanze saranno sempre meno, come gli infermieri, i vigili urbani diventeranno merce rara, e saranno sempre più pericolosi, e i poliziotti cambieranno casacca.

Abbiamo bisogno di servizi sociali, e possiamo fare a meno di De Martino, della Marcuzzi, della Hunziker; abbiamo bisogno di facilitare gli spostamenti, di migliorare il traffico, di purificare l’aria, anche a costo di pagare meno Conte e qualche altro figuro e di perderci Ilary Blasi, che certamente saprà come arrangiarsi.

Abbiamo bisogno di regole che siano coerenti con le nostre necessità strutturali, perché solo risolvendo i disagi esistenziali potremo dedicarci alle veline di “Striscia la notizia” senza sensi di colpa o preoccuparci del divorzio del Pupone.

Certamente non possiamo diventare, e lo rischiamo, come il Brasile, paese nel quale il Governo risolve i problemi montando attrezzi ginnici sulla spiaggia per far sfogare quei poveracci che abitano nelle favelas.

Avv. Michele Lo Foco

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