Regia di Giovanni Piscaglia.
Raccontare ancora Vincent Van Gogh, perché? Perché negli ultimi anni abbiamo assistito a diverse produzioni cinematografiche dedicate all’immortale e visionario artista olandese? Perché ancora una volta, il 9 10 11 aprile, in ben 330 sale italiane, verrà distribuito come evento speciale il documentario Van Gogh tra il grano e il cielo prodotto da Nexo Digital e 3d Produzioni?
Perché certe storie hanno bisogno di essere ricantate. Ci sono umanità, ipotesi di vita e arte che ogni volta che qualcuno racconta, ogni volta che qualcuno con fatica ricanta, mostrano nuove luci, eterne fragilità universali, o semplicemente vogliono sottolineare “l’importanza prima di tutto della ricerca artistica”, come afferma lo storico dell’arte Marco Goldin, curatore a Vicenza della mostra intitolata proprio “Van Gogh tra il grano e il cielo” e a cui è strettamente collegato il film.
Infatti il documentario ci mostra una prospettiva inedita di analisi sul pittore olandese: il punto di vista parte e si sviluppa raccontandoci l’immenso e amorevole lavoro collezionistico e divulgativo di Helene Kroller muller, una delle primissime intellettuali che riconobbe il genio di Van Gogh dopo la morte. Gli 85 minuti di durata del film sono intrecciati da continue citazioni e rimandi all’inquietudine che agita questi due anime vissute in tempi diversi, proprio attraverso la gigantesca quantità di lettere scritte durante le loro esistenze. Sicuramente la selezione compiuta sulle lettere che Van Gogh inviò al fratello Theo è suggestiva e guida lo spettatore nel mondo interiore di un uomo che “cercava Dio in ogni cosa visibile” ma che faticava a “pagare 3 franchi al giorno di affitto”.
Il film inoltre è egregiamente raccontato da Valeria Bruni Tedeschi. A questo proposito abbiamo apprezzato la scelta registica di Giovanni Piscaglia di evitare la fiction, la ricostruzione finta con attori che interpretano le vicende biografiche del pittore, senza però rinunciare comunque a una voce narrante evocativa come appunto quella di Valeria Bruni Tedeschi. Un compromesso vincente.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, poter ammirare le opere di Van Gogh in 4k, con frequenti zoom intrusivi e microscopici che mostrano colori vividi in ogni singola e marcata pennellata ci porta ad intuire l’idea di pittura che agitava e innalzava l’animo di Van Gogh: “solo dipingendo un errore è possibile dipingere la verità”.
Marco Citro
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